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PSG: Poveri, Senza Gioco

Quanto è difficile commentare a caldo (ma forse lo sarebbe anche a bocce ferme) una gara come quella di San Siro, esordio di Champions League tra Milan e Anderlecht ma che potrebbe essere tranquillamente annoverata e ricordata negli annali come una di quelle partite del vecchio Intertoto di inizio luglio. Squadre slegate, poche idee, meccanismi ancora da rodare e così via. Il problema è che siamo a settembre, siamo in pieno inizio di stagione, quando un certo tipo di lavoro (togli i top player, l’austerity, la sfiducia) dovrebbe essere già non solo iniziato, ma anche minimamente inculcato nella testa dei giocatori.

La paura. La grande paura. È ancora lei la protagonista nelle gare “ex” indiavolate, in un Meazza mezzo vuoto ma, va detto, molto paziente e alla ricerca dell’apporto costante agli undici in campo nonostante la voglia, minuto dopo minuto, di mettersi sempre più le mani nei capelli. O forse, chissà, di revocare qualcuno dei 18mila mini abbonamenti europei, in attesa di quelle che dovrebbero essere gare ben più complesse, con Malaga e Zenit. Guardi il tabellone e vedi la sinfonia del PSG, ti appassioni quasi di più per l’altalena di risultati di Madrid: insomma ne cerchi di ogni, a un certo punto, pur di non guardare il campo.

Un solo momento coinvolge davvero: minuto 61, sostituzione di Boateng con El Shaarawy e San Siro ricoperto di fischi. A chi? A Prince o ad Allegri? Fatto sta che l’ingresso del Faraone qualcosa in più lo porta, qualche occasione viene creata, qualche cross si comincia a vedere, ma Boateng (nella sfavillante mediocrità generale) non aveva comunque demeritato la sufficienza. E allora ecco aprirsi un piccolo “caso”: Boateng ed El Shaarawy non possono coesistere? Con Pazzini terminale (?) offensivo ed Emanuelson folletto pronto a svariare per tutto il fronte d’attacco e non solo quello, i due in partenza più talentuosi non possono pestare il campo nello stesso momento?

Sarà un interrogativo che, al momento, accettiamo di tenerci nella testa, visto anche il successivo cambio tra Emanuelson e Constant e la certificazione dello stato di trans emotivo presente non solo sul terreno di gioco, ma anche in panchina. Con tutti i problemi che ci sono, facciamo nostra una battuta di Marco Foroni a Mediaset Premium. In questo momento siamo un Milan “PSG”: Povero, Senza Gioco.

This post was last modified on 19 Settembre 2012 - 11:11

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