Sotto inchiesta, con l’accusa di omicidio colposo, sono finiti il medico sociale del Livorno Manlio Porcellini, quello del Pescara Ernesto Sabatini, e il medico del 118 in servizio quel giorno allo stadio, Vito Molfese. Gli inquirenti, coordinati dal pm Valentina D’Agostino, vogliono approfondire il mancato utilizzo del defibrillatore.
Il professor Cristian D’Ovidio dell’Università di Chieti, incaricato dalla Procura di eseguire la perizia, scrisse in oltre 200 pagine che la cardiomiopatia aritmiogena di Morosini si era manifestata con una “fibrillazione ventricolare“, concludendo che il defibrillatore andava usato. Alla stessa conclusione arrivò pure l’esperta Cristina Basso, dell’Università di Padova, consulente della famiglia del calciatore bergamasco.
This post was last modified on 10 Settembre 2012 - 17:04