L’esperienza di allenatore sta formando molto Superpippo che indica nel “dover dire a un ragazzo che non gioca o non è convocato” la cosa più difficile del mestiere. Mentre la cosa più bella? “Vedere come mi seguono i ragazzi e rendermi conto dei progressi“. Inzaghi in panchina si definisce “tranquillo, molto più di quando giocavo“. Ma lui stesso si stupisce: “Non credevo che sarei riuscito a restare così calmo. Cose da evitare? A me hanno dato fastidio solo gli allenatori che non sono stati chiari con me. Quindi cercherò di non ripetere quest’errore“. Nella ricetta di Mister Inzaghi non c’è il ritiro, ma il pranzo “per fare gruppo“: un desiderio personale di Superpippo accolto dalla società.
Si parla ovviamente della Prima Squadra, lasciata lo scorso 13 maggio con un gol a San Siro contro il Novara. Sulle prospettive della stagione appena iniziata Inzaghi non ha molti dubbi: “La Juve resta la grande favorita, ma il Milan può competere. Mi auguro che faccia come i bianconeri un anno fa, che non erano favoriti ma con un grande allenatore sono riusciti a vincere lo scudetto“. L’erede in rosa c’è già: “Pazzini è il centravanti che mancava: io e Giampaolo ci conosciamo bene, ci siamo sentiti prima della firma, era carico. Non mi sorprende che abbia cominciato così bene: quest’anno può fare 15-20 gol. E’ arrivato al Milan a 28 anni,come me: spero che abbia la mia stessa fortuna“.
Infine, qualche aneddotto, come l’amicizia con Bojan Krkic: “L’ho conosciuto due anni fa, ero a Barcellona in ospedale e lui si presentò con un mio amico. Voleva conoscermi, da allora ci sentiamo spesso“. E su Falcao dell’Atletico Madrid, che ha definito Inzaghi il suo modello: “Fa piacere leggere queste cose, l’anno scorso mi ha chiesto la maglia e gliel’ho mandata tramite Yepes“. C’è solo un rimpianto finale: “Con quel girone di Champions mi sarebbe piaciuto inseguire Raul“. Ma da domani inizia un nuovo film.
This post was last modified on 8 Settembre 2012 - 09:53