Era il 2 maggio 2012, a San Siro arrivava l’Atalanta, una delle sorprese più belle del precedente campionato. In campo c’era Ibra, nello spogliatoio tanti senatori, in tribuna, ad assistere alla partita da spettatore perché infortunato, un certo Thiago Silva. Sembra passata un’eternità, invece a divividerci da quel momento sono solo pochi mesi e…la realtà.
Quel pomeriggio il Milan aveva bisogno di un solo risultato: la vittoria. La Juventus era già scappata verso la testa della classifica ma, con un passo falso della vecchia Signora, sperare sarebbe diventato più che lecito. Grazie ad un’azione ben orchestrata dal genio svedese e da Boateng bravo a pescare Muntari lanciato in tutta libertà verso la porta, i rossoneri si portano sull’1-0 già nei primi minuti. Neanche il tempo di esultare che arriva l’1-0 di Marchisio al Lecce. Tutto inutile. Col trascorrere del tempo però mentre il Milan raggiunge un rassicurante 2-0 con il colpo di testa di Robinho, i bianconeri rimangono con una solo rete di vantaggio.
Sugli spalti spuntano telefonini , auricolari e iniziano le “preghiere”. Al minuto ’85 ecco il salvatore che non ti aspetti: Bertolacci, bravo a sfruttare un’ingenuità di Gigi Buffon e a Torino ci si porta sull’1-1. San Siro, scottato dalla precedente bufala della rete cesenate qualche settimana prima, rimane in silenzio e aspetta la conferma del tabellone per esprimere tutta la propria gioia. Tutto vero: Il Milan va a -1, il sogno può continuare ancora per qualche giorno.
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