L’allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, non ha mai avuto troppe cose in comune con lo Special One e il tutto viene messo ancor più in risalto quando si parla di predisposizione a cambiare idee e convinzioni in corso. Il 4-3-1-2, in questi due anni e due mesi di Milan, non è mai stato cambiato e, che si tratti di Ibra o Pazzini, piuttosto che di Ronaldinho, Seedorf o Boateng, fa poca differenza. Sono i giocatori a doversi adattarsi al modulo e non il contrario, finendo spesso fuori ruolo. Questa è la convinzione dell’ex tecnico del Cagliari. Va bene dare un’identità ben precisa e dei punti fermi ad una squadra, ma bisogna anche sapersi adattare.
In queste prime uscite stagionali i rossoneri, al di là dell’importante successo di Bologna, non hanno convinto e manovra e gioco sembrano lontani anni luce da qualcosa che possa convincere milanisti e non. Anche ieri sera si è avuta la dimostrazione che restare ancorati al 4-3-1-2 non abbia senso o ce l’abbia fino a un certo punto. Infatti, prima El Shaarawy e poi Bojan, compagni di Pazzini nel modulo a due punte, hanno inciso poco e si sono visti solo a sprazzi. Sia i due giovanissimi fantasisti, che gente come Robinho, Boateng o anche Emanuelson, molto probabilmente si potrebbero trovare molto più a proprio agio con un 4-2-3-1, che prevede tre trequartisti alle spalle dell’unica punta. Modulo con cui Leonardo fece divertire i milanisti e che anche Pato sembrava gradire, con Robinho che potrebbe fare le veci di Ronaldinho e Boateng quelle di Seedorf. Max, pensaci: con un cambiamento del genere saresti finalmente coperto in tutti i ruoli e con ampia scelta. Pensaci, prima che possa essere troppo tardi.
This post was last modified on 2 Settembre 2012 - 21:08