Prosegue l’appuntamento di SM con il milanista dei milanisti, il cronista dei cronisti, Tiziano Crudeli! Potete inviare le vostre domande a Tiziano all’indirizzo: q.e.i.m@live.it
Iniziamo con un commento sulla vittoria di Bologna.
Della vittoria di sabato salvo i tre punti: il gioco non è stato straordinario, siamo ancora alla ricerca di una manovra efficace. L’incontro è stato risoloto da tre giocate individuali. Pazzini ha saputo sfruttare tutte le occasioni che gli sono capitate in modo davvero eccellente.
Come giudica l’esordio in campionato di Acerbi?
Penso sia stato uno dei migliori: è difficile dimenticare Nesta e Thiago Silva, ma è un ragazzo che merita fiducia. Pur con qualche sbavatura ha saputo essere efficace.
Capitolo attacco: abbiamo due casi praticamente opposti. Da una parte la gran vena di Pazzini, dall’altra un El Shaarawy che appare un po’ in difficoltà.
Pazzini è un centravanti che tutti, per caratteristiche e per il modo in cui sa sfruttare gli spazi, abbiamo subito accostato a Pippo. Per quanto riguarda Stephan, penso che abbia delle potenzialità enormi e meriti tempo e fiducia. Di fronte ad paio di prestazioni non proprio brillantissime non penso sia giusto dar subito giudizi drastici: è stato convocato prima in Under 21, poi in Nazionale, le sue qualità sono ampiamente riconosciute da tutti.
Fronte infortuni: sembra purtroppo iniziare un altro momento nero …
Eh, purtroppo sì, è una costante che sembra ripetersi: siamo già a quota sette infortuni, di cui quattro muscolari. Non dimentichiamo che l’anno scorso siamo arrivati a settantatre, di cui almeno trentasette, trentotto muscolari: anche quest’anno sembrano purtroppo riproporsi gli stessi problemi. La società ha promesso ulteriori verifiche. Nel frattempo si spera di recuperare qualcuno durante la sosta, Pato in particolar modo. Certo, se la cosa dovesse ripetersi sarebbe un handicap non indifferente.
Qualche parola, infine, sulla squadra del giorno: la Roma di Zdenek Zeman.
Bè, io sono calcisticamente innamorato di Zeman: certo, subisce molti goal, ma il suo è un gioco offensivo, spettacolare, di cui bisogna accettare i pro e i contro.Ha sessantacinque anni, eppure è l’allenatore più giovane in quanto a mentalità, spirito di’iniziativa, disposizione tattica. Dopo la prestazione di domenica sera sono un suo estimatore ancora più convinto.