“C’è ancora tanto da lavorare, soprattutto per Massimiliano Allegri“. Ne è convinto un ex rossonero, Giovanni Galli, intervenuto a Radio Lombardia durante l’ultima puntata di “Falla Girare”, il varietà sportivo, in onda ogni domenica, condotto dal direttore di SpazioMilan, Christian Pradelli, insieme a Piermaurizio Di Rienzo. In particolare, il portierone toscano si è soffermato su quanto visto in campo sabato scorso al Dall’Ara di Bologna: “Il Milan ha interpretato bene la gara fino al vantaggio su rigore, poi non mi è piaciuto. Manca il movimento, prenderei in maniera soddisfacente il risultato, ma sul discorso del gioco di squadra, della compattezza, dell’ordine in campo credo che ci sia ancora molto da lavorare“.
E proprio dopo la vittoria esterna di Bologna si è parlato di un possibile cambio di modulo. Ma su quest’aspetto Galli invita alla cautela: “Credo che non si debba fare tanta confusione. Il Milan non sta fornendo prestazioni convincenti, per cui è necessario alvorare su un modulo. Poi quando la squadra avrà ritrovato fiducia e autostima, allora magari si potranno provare alternative“. Un ragionamento che non può prescindere dalle caratteristiche di Giampaolo Pazzini: “Quando hai uno come lui non devi intasare l’area di rigore perchè ha la necessità di decidere dove andare, deve avere libertà e penso che da qui in av anti il Milan dovrà cambiare qualcosa“. Il futuro potrebbe essere un 4-2-3-1? “Può essere, ma anche un 4-3-3 con Bojan, Pazzini e Boateng avanti, Montolivo o Nocerino che vanno all’inserimento oppure De Jong e Ambrosini davanti alla difesa. Ora Allegri deve prendere una decisione e iniziare a dare un’identità alla squadra“.
Milan da scudetto come affermato da Adriano Galliani? “E’ logico che un dirigente come Galliani debba mettere traguardi ambiziosi alla squadra. Non si può dire ad una squadra come il Milan che si lotta per il terzo posto. E’ nel dna del Milan vincere o tentare di vincere lo scudetto. Favorite? Juventus e Napoli su tutte, ma magari una di queste può forare. Prima di Pazzini, De Jong e Bojan non vedevo un Milan tra le prime cinque. Adesso penso che cominci ad avere una fisionomia e l’allenatore dovrà metterci qualcosa di suo“.