E chi meglio di un Faraone per spezzare una maledizione? San Siro sembrava essere stregato, Milan e Inter avevano provato in tutti i modi a vincere, ma a furia di pari e sconfitte, un po’ hanno iniziato a crederci che su quel campo ci fosse qualcosa che non andava. Bastava El Shaarawy, con due guizzi da campione, a portar via superstizioni e paure. Sospiro di sollievo, boccata d’aria per la panchina sempre più bollente di Allegri e mica male anche per la classifica che ora ci vede a quota 6 punti (uno in più dello scorso anno, ndr).
Tutto merito del ragazzino non ancora ventenne che ora si gode le pacche sulle spalle e gli applausi, tanti. Gattuso prima e Ambrosini poi avevano puntato sul talento italo-egiziano pronosticando per lui un grandissimo futuro se, e solo se, avesse deciso di mettere la testa sulle spalle e la sua classe al servizio della squadra. Dopo un inizio non esaltante di campionato, El Shaarawy è andato in Under 21 dove ha ritrovato la sua dimensione e la giusta dose di fiducia. Rientrato a Milano ha dato la sveglia nel secondo tempo in Champions e successivamente sono arrivati ben 3 gol in due partite.
“El Shaarawy come Eto’o“ va dicendo Galliani. Un paragone importante che però è stato volutamente ricordato più volte all’ex Padova. Perché “Il ragazzo ha l’età e il fisico per farsi tutta la fascia senza problemi“. E allora eccolo che lo vedi andare in slalom tra i difensori avversari e, qualche minuto più tardi, difendere la sua porta come un centrocampista. Incita i compagni e trascina la squadra. A Udine dopo il gol non ha perso tempo ad esultare: pallone sotto il braccio, gesto di carica al pubblico e via si riparte.
La voglia, la determinazione e la sfrontatezza mista all’umiltà di chi sa che ha ancora tutto da conquistare. Se il Faraone ha trovato la formula, il Milan ha trovato il top player.