Cercavamo certezze, ora ricominciamo da tre

Riparte da Bologna il nuovo Milan. Riparte con la consapevolezza di aver cancellato quel brutto 0 dalla classifica e di aver trovato, in una piovosa serata di inizio settembre, non solo i tre gol e i tre punti ma anche tre giocatori importanti sui quali poter puntare. Uno per reparto: partendo dalla difesa, passando per il centrocampo e arrivando in attacco dove la candidatura è inevitabile.

Francesco Acerbi non aveva convinto nel pre campionato. Alcuni, viste le formazioni ufficiali, tremavano al sol pensiero di rivedere la maglia numero 13 sulle spalle di quel ragazzotto dal fisico imponente. E invece il difensore inizia a carburare da subito “macinando” palle recuperate, salvataggi importanti e anche una buona dose di personalità nell’impostare l’azione. Per far dimenticare Nesta ci vorranno banchi di prova più importanti ma le premesse sono ottime.

Mark Van Bommel lo aveva anticipato: “Noi olandesi ci ambientiamo subito”. Detto fatto. Pronti via Nigel De Jong prende in mano le redini del centrocampo e inizia a fare il suo. I compagni conosciuti sul treno, un campionato nuovo e una posizione, defilata sulla destra, che non è propriamente quella naturale. Ma il linguaggio del calcio è sempre lo stesso e i giocatori, quelli buoni, si adattano nelle più svariate occasioni. Lui è così, è olandese, Allegri già lo adora e Galliani ne va pazzo.

Pazzo come Pazzini. Quello che si prende le copertine e, almeno per questa seconda giornata, non fa rimpiangere Zlatan Ibrahimovic. Furbo sul rigore, rapace sull’errore di Agliardi e intelligente sul tocco all’84esimo che congela la partita sull’1-3. Dicono che per farlo rendere al meglio serva un gran gioco di squadra, fortunatamente ci sono le palle vaganti e la sua grinta per risolvere il problema.

Quindi il Milan riparte da tre, tre su cui costruire qualcosa di importante per il presente e per il futuro. Tre nuovi arrivati da un mercato sofferto ma che pian, piano inizia a dare le prime soddisfazioni. Ora c’è la sosta, buona per migliorare gli automatismi, le intese e per qualcuno le conoscenze. Prima o poi si dovrà trovare anche uno stile di gioco più preciso, ma c’è tempo, per ora questo triplo tre vale oro.

 

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