Filosofia di gioco: gli isolani si schiereranno con un 4-3-3, con gli esterni d’attacco che varieranno posizione e proveranno a non dare punti di riferimento. I nostri avversari partiranno corti, al fine di proteggere la difesa, si porranno l’obiettivo di fare densità in mezzo al campo. Pur non applicando catenacci, si chiuderanno, cercando di verticalizzare per Ibarbo non appena avranno recuperato la sfera. Quest’ultimo, che sa crearsi palle gol e fare salire la squadra, costituirà una spina nel fianco. Le sue sponde potranno essere sfruttate dai compagni di reparto e costituire il trampolino di lancio degli incontristi che, a turno, si inseriranno. Il centravanti, sia chiaro, verrà servito con costanza. Attenzione.
Lacune: i difensori, nonostante i terzini si dedichino in prevalenza alla fase di contenimento, palesano limiti inerenti il senso della posizione, la capacità di comprendere lo sviluppo del gioco e di mantenere alta la concentrazione. E le punte, dedicandosi soltanto alla fase offensiva, non hanno l’abitudine di tornare. Ecco allora che, quando i centrocampisti inizieranno a sbagliare i tempi dell’inserimento, ad alzarsi e a perdere scontri in mezzo al terreno di gioco, ci verrà concesso terreno e la difesa del Cagliari inizierà a tremare: si creeranno varchi e si presenteranno occasioni da sfruttare. Da segnalare è il fatto che Agazzi non sia nuovo a commettere ingenuità. Approfittarne.
Come batterli: il Milan, per tornare a vincere, sarà chiamato a imporsi nella battaglia a centrocampo. Varando Allegri la cortina di ferro, a patto che si scenda in campo con determinazione e non si incappi in errori dettati dalla superficialità, potremo farcela. A meno che non voglia affidarsi all’inconsistenza di Emanuelson, vista la situazione creatasi, Max rispolvererà l’albero di Natale. In merito, per favorire l’economia della squadra, i due rifinitori avranno l’incarico di ripiegare con regolarità e sviluppare le azioni d’attacco partendo dalle fasce, alternando dribbling e azioni personali a passanti per Pazzini. Giampaolo, per rendere, dovrà essere lasciato da solo in area: i suoi suggeritori avranno l’obbligo di partire da lontano e gli incontristi saranno costretti a limitare il numero di inserimenti da effettuare. Trattasi di una conditio sine qua non. Sta di fatto che, impossessandosi il Milan della zona nevralgica del gioco, la strada sarà in discesa: nel cuore del campo, si deciderà la partita. E per andare in rete, dal momento che Agazzi non suole brillare, bisognerà provare anche conclusioni dalla distanza. Garantito.
This post was last modified on 25 Settembre 2012 - 08:52