Le parole di Flavio Briatore non hanno lasciato indifferenti. L’imprenditore italiano, che ha trascorso parte delle vacanze in Kenya con Silvio Berlusconi, ha esternato quello che è lo stato d’animo del presidente onorario rossonero, circa la situazione del suo Milan. “Berlusconi è sicuramente preoccupato per il Milan, e io so cosa vuol dire avere una squadra di calcio, è un tormento che non ti lascia mai. Berlusconi ha fatto cose incredibili per il Milan, è strano che la gente certe volte contesti il presidente, sono degli ingrati. Certi tifosi non dovrebbero neanche andare allo stadio“.
Preoccupazione dunque, per la situazione di un club che ha dovuto cedere gioco forza i suoi pezzi migliori. Addio a Thiago e Ibra e ricostruzione impostata sui giovani. Politica sensata se si pensa all’incombente Fair play finanziario e alla precaria situazione economica che non contempla più sprechi e sperperi. Politica disfattista e volta allo smantellamento, se si pensa solo ed esclusivamente al campo.
Ma questo non è il calcio, fatto invece di componenti e fattori ulteriori tutti da considerare. Berlusconi è preoccupato, come potrebbe non esserlo. La difesa, giusto per fare un esempio, che l’anno scorso vantava due tra i difensori centrali più forti del mondo, oggi lancia un emergente interessante come Acerbi e uno che l’anno scorso sedeva costantemente in panchina, Bonera, ma anche Mexes. Segno dei tempi che passano e delle situazioni che cambiano. Il Presidente del Milan, non è però esente da responsabilità per una situazione che ha portato in un tunnel in cui non si vede la destinazione…
E’ sacrosanta, allora, la preoccupazione attorno a un progetto nuovo: diversi classe 1992 in rosa, un abbattimento repentino dell’età media (26,5 anni circa) e la cessione, come detto, dei top player e dei senatori. Sacrosanta, si, ma Berlusconi ricordi che chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
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