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In difesa facciamo acqua da tutte le parti! E’ vero che siamo reduci dai “gavettoni” ferragostani, è vero che il caldo torrido dell’estate lo consente, è vero che c’era in palio soltanto la coppa della MSC Crociere e che quindi c’è tutto il tempo di tappare le numerose falle nella chiglia per evitare di colare a picco. Ma quella difesa è davvero preoccupante.
Contro Real Madrid e Juventus sono arrivate quelle salutari “scoppole” attese e annunciate dall’inizio dell’estate. Otto gol subiti in due partite, per giunta contro avversari largamente incompleti. In opposta tendenza rispetto alle ordinate e compatte prestazioni contro Schalke 04 e Chelsea, tralasciando i poco probanti honduregni.
Dopo l’addio di Ibra, Allegri ha lavorato tanto e bene sulla fase offensiva, riappropriandosi di un gioco più vicino alle sue inclinazioni e simile a quello spumeggiante e aggressivo del suo Cagliari. Pur senza un vero centravanti, dato che Pato non c’è mai stato, Allegri ha impostato una fase offensiva fatta di tagli, sovrapposizioni, movimenti senza palla e inserimenti che l’anno scorso non si vedeva. L’incontenibile Robinho di domenica sera è la miglior espressione di questo attacco meno individualista e più collaborativo. Bisogna innestarci dentro Pato, sperando che si meriti quella maglia che indossa. E se in tutto questo ci sarà un vice Pato come Pazzini al posto dell’insofferente Cassano e un “guida spirituale” come Kakà l’attacco sarà davvero il migliore d’Italia, come aveva preventivato Berlusconi un mese fa. A questa nuova fase offensiva si addicono bene gli inserimenti dei vari Constant, Nocerino, Emanuelson e, quando tornerà Muntari. Sono perfette anche le verticalizzazioni di Montolivo.
Il problema vero è la difesa! Portando così tanti giocatori in avanti per creare una coralità di manovra sopperendo così alla partenza del tuttofare Ibrahimovic, si scopre ulteriormente il reparto arretrato. Un reparto che fino a tre mesi fa era imperniato sul triangolo centrale Van Bommel-Thiago Silva-Nesta. Non c’è più nessuno dei tre! Al loro posto contro la Juve c’erano Montolivo-Zapata-Yepes. Così non andiamo da nessuna parte. Zapata è inadeguato e sopravvalutato dai tempi dell’Udinese. Yepes si salva ma non sa difendere in campo lungo. Montolivo è una brutta copia di Pirlo, espiantato da quel ruolo proprio perché non garantiva la necessaria copertura alla difesa. Come si può pensare di affrontare un campionato con una fase difensiva del genere?
Ci sono tre cose da fare subito: non togliere più Bonera dal campo perché è il miglior difensore centrale che abbiamo, l’unico che sa fare “regia difensiva”, rimettere in sesto Mexes che prende uno stipendio da nababbo esattamente sei volte quello di Yepes, comprare un centrocampista centrale da mettere davanti alla difesa per darle protezione, un Desailly, un Van Bommel, chiamatelo come volete. Io continuo a sperare in Lassana Diarra. Senza questo giocatore si preannuncia davvero una stagione difficile.
E’ qui il vero nodo del mercato e dell’annata. L’anno scorso la Juve è riuscita ad avere la miglior difesa del campionato pur avendo gli stessi identici uomini che la stagione precedente avevano preso caterve di gol arrivando settimi in classifica. Dobbiamo fare la stessa cosa. Per completare l’opera accelererei la crescita e l’inserimento di De Sciglio, terzino vero a differenza di Abate, che si lascia andare ancora a troppe amnesie in fase difensiva. E senza la coppia Nesta-Thiago non possiamo più permettercele. A proposito di terzini, dovranno allenarsi anche a tornare a fare i cross nel momento in cui ci sarà Pazzini, attaccante che non mi fa impazzire perché ha solo un’arma in cui eccelle: appunto il colpo di testa. Partecipa poco al gioco della squadra ma questo potrebbe non essere un male, soprattutto se alle sue spalle dovesse arrivare un certo Kakà.
Ma Pazzini è anche la chiave per liberarsi di uno dei giocatori più ingrati che abbia mai indossato la maglia rossonera. Proprio quel Cassano che abbiamo preso quando era un pingue reprobo della Sampdoria. Gli abbiamo fatto vincere l’unico scudetto della carriera. Lo abbiamo curato, guarito, aspettato e rilanciato titolare per non fargli perdere l’agognato Europeo. Per tutta risposta che cosa ha fatto? Ha fatto i capricci quando gli hanno ceduto l’amico Ibrahimovic, cioè quello che l’aveva imposto titolare al suo fianco. Un professionista avrebbe dovuto dire: Ibra non c’è più ma io prendo 2,8 milioni all’anno da questo club e mi rimbocco le maniche per giocare meglio di prima e non far rimpiangere Ibra. E invece lui non è un professionista. O forse sì, solo quando c’è da ritirare lo stipendio. Visto che Moratti gli dà quasi un milione in più all’anno… “Più in alto del Milan c’è solo il cielo“, aveva detto. E infatti lui non è all’altezza. La sua nuova squadra è perfetta per lui.