Nella conferenza stampa di ieri, Massimiliano Allegri ha dato l’impressione di essere un condottiero rassegnato, vinto dal disincanto della concretezza, da uno sguardo troppo crudo della realtà. “Abbiamo il dovere di onorare la maglia, ma sarà una stagione difficile“, ha detto. In quel “ma”, c’è il significato di una verità ancestrale, ossia che il partecipare non equivale al vincere, che la volontà e la determinazione non sono armi da “scacco matto” ma solo mosse preliminari. Sono tante le variabili che entrano in gioco durante un’intera stagione, e non sono nè prevedebili nè contrastabili.
Ma, il modo migliore per approcciarsi all’inizio di un nuovo campionato, sarebbe quello di presentarsi più forti dell’anno precedente, con maturità acquisita e forze fresche a bordo. Con gli addii di Thiago e Ibra, invece, il Milan ha dimezzato la propria potenziale forza, e soprattutto l’attacco ha bisogno di un rinforzo consistente. Allegri ha lasciato intendere la sua preferenza: Alessandro Matri. Max lo ha già allenato ai tempi del Cagliari, ammirandone le qualità da lui più volte decantate. Matri, dal canto suo, è allettato dall’ipotesi Milan, squadra che lo ha “svezzato”, ma attende ancora i risvolti della trattativa.
La Juventus, che ha pagato il giocatore 19 milioni di euro, non ha intenzione di svenderlo. Marotta chiede 12-13 milioni di euro, cifra considerata troppo alta dalla società rossonera. Molto probabilmente, dopo il Trofeo Berlusconi di questa sera, i contatti si intensificheranno e ci sarà modo, eventualmente, di indirizzare l’affare verso i binari giusti.
Sempre ieri, Allegri ha voluto precisare: “Abbiamo fatto un buon pre-campionato, ma rimaniamo consapevoli dei nostri limti”. Ma, pur senza favole, viaggi e sogni troppo in là con la fantasia, con un Matri in più la scalata potrebbe essere un pò meno ripida.