Dopo che a gennaio Galliani aveva già comprato il biglietto del brasiliano per Parigi portando a Milano Tevez, adesso altre voci di mercato vedono Pato lontano dal Milan: nessuna offerta però, ma dopo l’ennesimo infortunio che lo terrà lontano dal campo fino a dopo la sosta si vocifera di una rescissione contrattuale che farebbe risparmiare alle casse rossonere 16 milioni netti in quattro anni. Ipotesi irrealistica e disarmante: come fa il Milan a scaricare un campione (di cristallo, ndr) come Pato per evitare che dispendiosi milioni vadano letteralmente in fumo? Pato merita più rispetto. Come ricorda il caso Ambrosini (febbraio 2001): dopo la rottura del legamento crociato, Ambrosini tornò in campo 10 mesi più tardi per poi diventare il Capitano. Perchè le paure si superano insieme, mai da soli.
A Milanello le hanno provate tutte per rimettere in sesto Pato: dagli specialisti europei e quelli americani, passando per quelli brasiliani e le preghiere di Lourdes. Ma il giudizio su Pato, in questi quattro anni e mezzo di Milan non può che essere un voto alto: dobbiamo infatti limitarci a giudicare Pato per quello che ha fatto sul campo, per i suoi gol e le sue esultanza. Non per quello che Pato che non ha ancora fatto o che avrebbe potuto fare se non fosse stato infortunato. Stiamo parlando sempre di un giocatore che, quando sta bene, segna un gol ogni due partite: i numeri non vanno dimenticati.
Giornalisti e giornali, titoloni e titoli: Pato conquista tutti, a seconda del momento. Il vero tifoso milanista crede -a differenza di qualcuno in via Turati- ancora in Pato e vuole continuare a vederlo esultare sotto la Sud dopo un gol decisivo. “Pato al primo dolorino si ferma, non lotta contro i suoi infortuni”, è l’accusa di alcuni tifosi verso il talento brasiliano che incassa ma non risponde. Un gancio che fa male, ma il Papero non si scompone. Giusto così, perchè i veri campioni lasciano parlare e rispondono sul campo. Coi fatti.
This post was last modified on 23 Agosto 2012 - 16:32