UEFA Best Player in Europe Award ancora lontano dal diavolo. Il premio istituito l’anno scorso dall’organo amministrativo del calcio europeo rimarca ancora una volta lo strapotere del calcio spagnolo. Dal 2009 ormai Leo Messi, Cristiano Ronaldo, Xavi e Iniesta monopolizzano le classifiche di Pallone d’oro, Fifa World Player – ora fuso con lo stesso pallone d’oro – e UEFA Best Player. Manco a dirlo, anche quest’anno i tre finalisti al premio di miglior giocatore militante in una squadra europea sono: Lionel Messi, Cristiano Ronaldo e Andres Iniesta. Una consuetudine degli ultimi anni è quindi vedere giù dal podio i top player del calcio italiano. L’anno scorso era toccato a Zlatan, che indossava ancora i nostri colori, concludere le votazioni con 4 miseri voti e accontentarsi di un ottavo posto che lo vedeva addirittura alle spalle di Nemanja Vidic.
Quest’anno invece primo degli esclusi dalla votazione finale è Andrea Pirlo. Il giocatore che oggi veste la maglia bianconera della Juventus ma dal glorioso passato neanche tanto remoto in rossonero, è giunto a conquistare il quarto posto con 90 voti. Non gli è bastata quindi la stagione super e l’eccezionale europeo per consentirgli di scalzare dal podio i due blaugrana e il fenomeno madridista. Tuttavia la soddisfazione di Pirlo è l’essersi potuto togliere lo sfizio di superare due tra i candidati alla vittoria finale, ancora spagnoli, ancora di Real e Barcelona: Xavi quinto con 57 voti, e Iker Casillas sesto con 53 voti.
E il Milan dov’è? È ormai dall’accoppiata Pallone d’Oro-FIFA World Player del 2007 di Kakà che il Milan non porta tra le mura di Milanello un trofeo individuale. Cinque anni dove Ibra e soci non sono riusciti a raggiungere che piazzamenti neanche tanto eccellenti. Il fatto che non vi siano rossoneri nella top 10 è segno evidente del ridimensionamento voluto dalla società. Comunque sia la rifondazione Milan è cominciata, e giovani calciatori di talento stanno crescendo; le potenzialità per riportare nella Milano rossonera qualche premio ci sono e lo dimostrano anche le prove nelle nazionali di molti nostri ragazzi: basta vedere El Shaarawy e lo stesso Pato, che sembra rinato grazie alla cura seleçao. Sono loro le nostre speranze. Per la loro gloria personale, e quella del Milan.