Silvio, diciamo la verità: sacrificare Thiago per liberarsi di Ibra

“Non avevamo intenzione di cedere né Thiago né Ibra. Tant’è che in un primo momento, con Leonardo abbiamo risposto no. Avevamo fatto prevalere il cuore sulle ragioni di bilancio. Poi c’è stata un’avance continuativa del Psg, ma nelle valutazioni è pesato molto anche il pensiero che l’anno prossimo ci sarà il fair play finanziario. I calcoli fatti ci hanno fatto riscontrare che soltanto con questo sacrificio abbiamo messo i conti in ordine nei prossimi 3-4 anni. Non esagero, col cuore che piangeva, abbiamo dovuto accettare questa privazione, convinti che in casa abbiamo giocatori molto validi. Sono convinto che in attacco non sentiremo forte la mancanza di Ibra”.

Nell’intervista rilasciata ieri a Milan Channel, con la quale il presidente onorario del Milan Silvio Berlusconi ha rotto il silenzio dopo le due cessioni eccellenti, si è parlato ovviamente delle partenze dolorose dei due giocatori più rappresentativi del vecchio Diavolo. Quelle riportate sopra sono le sue parole ma, leggendo fra le righe, sono tutte da interpretare. Perché intervenire e dire ai tifosi che Thiago Silva non si tocca, promettendogli un aumento dell’ingaggio ed illudere tutti i milanisti? Perché venderlo poi comunque dopo poco più di due settimane? La risposta è chiara ed inequivocabile. La strategia, anzi, era chiara ed inequivocabile.

Rifiutare la prima offerta del PSG per Thiago, non per farla aumentare, ma per convincere i parigini a raddoppiare l’offerta. C’era una priorità nello spogliatoio rossonero e ai vertici di Via Turati. Una priorità che proveniva soprattutto dalle casse e dal bilancio dell’A.C. Milan. Il Milan non poteva più permettersi Ibrahimovic, ma forse in realtà non lo voleva più. Le scaramucce, mai troppo nascoste, scoppiate con Allegri hanno fatto la differenza. Prima la sfuriata di Ibra dopo il pesante ko a Londra contro l’Arsenal, fino ad arrivare ad inizio estate.

Voci che si facevano sempre più insistenti sui rapporti tesi e difficili fra Zlatan e lo spogliatoio e, soprattutto, con Allegri. Tanto che il mister livornese, come lo stesso Galliani,  un paio di mesi si sarebbe lasciato scappare una dichiarazione sulla situazione ormai diventata “insostenibile” con lo svedese. Allora bisognava prendere la palla al balzo. Bisognava fare leva sul fatto che i parigini volessero a tutti i costi Thiago Silva e, sapendo che comunque avessero bisogno di una punta a cinque stelle, si è lavorato sotto traccia per “obbligare” Leonardo a prendere anche lo svedese.

In fondo le casse del Milan sono state rimpinguate da circa 65 milioni di euro, è vero, ma soprattutto si risparmieranno montagne di milioni di euro sugli ingaggi e soprattutto su quello di Ibra. Machiavelli diceva che “il fine giustifica i mezzi, ma in questo caso è stata tradita la fiducia dei tifosi. Quegli stessi tifosi che non avevano ancora finito di ringraziare “il Cavaliere” per aver fatto il sacrificio di resistere e non cedere quello che era diventato il simbolo rossonero per eccellenza.

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