55 minuti di buio pesto. 55 minuti di noia e di inefficacia. L’estro e la fantasia che il popolo rossonero si aspetta da Stephan non si vedono neanche lontanamente. Tocchi imprecisi, dribbling lenti e prevedibili, mai un tiro in porta. Tutto il contrario del vero talentino italo-egiziano. Forse il ruolo di prima punta non è adatto a lui, forse la colpa è di mister Allegri che spostandolo al centro dell’attacco gli limita lo spazio di gioco, forse l’esuberanza di Robinho al quale giungono tutti i palloni che transitano per la metà campo blu cerchiata oscura le sue indiscutibili ed eccellenti capacità. Certo è che un El Shaarawy così non lo vorremmo più rivedere.
Lontano dalla forma migliore, un po’ come tutta la squadra per la verità. Non il lezioso gioiello dai tocchi sublimi ma un attaccante appesantito e stanco. Quasi come l’ultimo Pato, per fortuna senza infortuni, ma il modo di muoversi in campo lo ricorda. Ora Stephan dovrà ritrovare la concentrazione per non finire anche lui nell’occhio del ciclone delle polemiche che stanno investendo il Milan. Non si può credere che un giocatore a diciannove anni e con un’unica convocazione in nazionale si senta arrivato e si alleni controvoglia. Bisogna quindi riacquistare serenità e impegnarsi a fondo. La serenità va trovata sul campo d’allenamento e l’impegno e l’amore per la maglia dimostrati sul campo. Poi, se il talento c’è, il resto verrà da sé.
This post was last modified on 28 Agosto 2012 - 14:38