Non la vuole proprio tagliare questa cresta il piccolo Faraone: “Ibra minacciava di farlo, ma non ha mai preso in mano le forbici o il rasoio. E Cassano nemmeno…”. E per un Milan che punta moltissimo sui suoi giovani è meglio così: “Ibra non vuole mai che la gente sbagli e qualche volta è stato un po’ pesante, ma so che lo faceva a fin di bene, per stimolarmi, per tenermi in tensione. E poi lo faceva con tutti, non solo con me. Diciamo che era una presenza imponente, in campo e nello spogliatoio”. Sfrontato al punto giusto, come deve essere uno di quei giocatori da cui si aspetta il salto di qualità sia mentale che sul campo: “Abbiamo vinto tante partite anche senza Ibrahimovic“.
Lo svedese è il passato, spazio quindi al futuro che lo vedrà sempre più protagonista: “La squadra c’è, non siamo scarsi. Ora ci saranno più possibilità e più responsabilità per tutti, c’è qualcosa da costruire. Sono ottimista”. “L’anno scorso – ricorda – si diceva che Allegri non mi dava fiducia, ma alla fine ho fatto 28 presenze. E sono soddisfatto delle occasioni che ho avuto. Avrei potuto segnare più di quattro goal, ma va bene lo stesso. Ovviamente devo crescere, lo so e non faccio storie. Cerco di lavorare il più possibile“. Crescere con al fianco Kakà, da sempre idolo del classe ’92, sarebbe un sogno: “Vorrei imparare da lui, conoscerlo, perché credo sia una grande persona. E naturalmente è un giocatore incredibile”.
Sul rapporto con i compagni di reparto: “In campo mi trovo bene con Cassano, e d’altra parte chiunque si troverebbe bene con Antonio, che ti mette sempre davanti alla porta. E con Robinho, tecnicamente il più forte. Sbaglia un po’ davanti alla porta, ma è un fenomeno”. Per quanto riguarda la vita fuori dal terreno di gioco: “Spesso gioco alla playstastion con Luca Antonini“. Nel frattempo diventa grande a Milanello.