Il Santos ha scelto: ha un talento e farà di tutto per trattenerlo fino ai Mondiali brasiliani del 2014. L’identikit del giocatore non corrisponde a quello di Paulo Enrique Ganso, passato ormai in secondo piano dopo l’esplosione di una stella ben più brillante. L’uomo copertina del club è, senza ombra di dubbio, Neymar, l’erede di Pelè, colui per il quale i carioca versano 7 milioni di euromotivi annui per restare. Uno sforzo economico non indifferente, un ingaggio da record difficile da sostenere. A farne le spese è proprio Ganso, l’amico fraterno del giovane attaccante, il quale una volta chiesto l’aumento salariale si è visto sbattere la porta in faccia.
“Ganso ci ha fatto una richiesta d’ingaggio fuori dai nostri standard e per questo è libero di andarsene” ha tuonato Luis Alvaro de Oliveira Ribeiro, vulcanico presidente santista, sul quotidiano Fichajes. Per Galliani, da sempre estimatore del classe ’89, non c’è però stato nemmeno il tempo di esultare. “Partirà qualora una squadra dovesse pagare la sua clausola rescissoria che è di 24 milioni per il Brasile e 50 per l’Europa. Altrimenti resterà e se giocherà male se ne andrà in panchina. Con noi ha firmato un accordo e lo deve rispettare” ha specificato, forte del contratto fino al 2015, il numero uno brasiliano.
Sembra nuovamente sfumare l’ipotesi di vedere l'”oca” in rossonero. Imprigionato in un fisico che continua a dimostrarsi troppo fragile, il trequartista brasiliano fatica a trovare spazio anche nella nazionale olimpiaca verdeoro impegnata a Londra. Menezes nel suo ruolo preferisce Oscar, e Ganso, viste anche la tormentata storia del rinnovo con il Santos, è sempre più triste. Per abbassare i costi dell’operazione l’inserimento di Robinho, autentico pupillo di Luis Alvaro, potrebbe essere una freccia a favore del Milan. Occhio però all‘International di Damiao per un tandem dei sogni rossoneri inespressi.