Ci sono innumerevoli storie nel calcio. Di coppe alzate al cielo e di altre scivolate via dalle mani all’ultimo momento. Questa invece no. Questa è una storia di vita. In un mondo come quello del calcio dove giorno dopo giorno leggiamo di giocatori che volano verso Cina, India, Emirati, Stati Uniti e Marte pur di guadagnare qualche briciola per vivere, una storia d’amore come quella che un 39enne piacentino sta scrivendo merita attenzione. Altro che soldi, altro che conto in banca che vede i proprio zeri aumentare sproporzionatamente, altro che bella vita: appesi gli scarpini al chiodo, si indossa la maglietta da allenatore e si scende subito in campo.
Ore 8.30 del mattino: la sveglia per gli allenatori suona molto prima dei propri giocatori. La vita degli allenatori è diversa da quella dei giocatori: se prima ti svegliavi con la consapevolezza che quella mattina avresti lasciato ogni singola forza su quel campo, adesso sai che ne lascerai altrettante di forze. Ma saranno forze mentali. Fare l’allenatore significa conoscere ogni singolo giocatore nei suoi pregi e difetti, sapere in che condizioni possono esprimersi al meglio e in che modo tu possa farlo rendere al meglio. Questo l’ex numero 9 rossonero lo sa, e cerca di mettere a proprio agio tutti gli uomini della sua squadra. Uomini sì, perchè gli Allievi classe ’96 devono prima conoscersi tra di loro fuori dal campo che sul campo. A quest’età, vince il gruppo, mai il singolo. E questo Superpippo lo sa bene.
Gli sms di Andrea Agnelli, Ancelotti, Tassotti e Galliani sono arrivati a destinazione e la nuova avventura sta per iniziare. Colazione leggera e via al campo. L’allenatore è sempre il primo ad arrivare. Lo attende uno spogliatoio vuoto, dove non troverà i compagni di una vita pronti a scherzare prima dell’allenamento. Calzettoni, pantaloncini e maglietta e scarpe. Ma non le stesse che aveva appeso al chiodo, quelle rimarrano il ricordo di una carriea indelebile. Cinesini e paletti e si preparare il campo per il riscaldamento: lui l’ha sempre odiato, ma solo adesso capisce l’importanza di ogni singolo passo su quel campo. Arriva la squadra, carica, motivata, pronta a una nuova avventura: volano i primi “Mister”. Trenta persone in cerchio davanti a te, ma stavolta niente autografi o strette di mano: questi vogliono solo correre e divertirsi col pallone.
Oggi l’avventura di Pippo, dopo il ritiro pre campionato di Pinzolo, è ripartita dal Vismara dove alle ore 10.00 ha diretto l’allenamento. Nel fine settimana un torneo, a Sassuolo, che vedrà impegnati i rossoneri contro Hellas Verona, Reggiana, Brescia, Fiorentina, Roma, Sassuolo e Modena. Poi il campionato con Inzaghi, questa volta non si rammaricherà, in panchina.
“Prima di partire per il ritiro ho confessato a questi ragazzi del ‘96 che avrei voluto con tutto il cuore essere al loro posto per poter ripercorrere tutta la carriera”, confessa con la consapevolezza che le emozioni che questo sport e gli undici anni di Milan gli anno regalato, probabilmente non le vivrà più. “Se nelle partitelle di allenamento siamo dispari, mi butto dentro…”: il lupo perde il pelo ma non il vizio, il vizio del gol. Quella che vi abbiamo raccontato è una storia d’amore tra due colori, il rosso e il nero, e un uomo. Questa è la storia di Filippo Inzaghi. Buona fortuna Mister.