Verrebbe da dire che tra cugini certi favori riescono più facili, che in fondo si resta sempre nella stessa famiglia. Ma quando di mezzo c’è una parentela tutt’altro che di sangue e di affetto, come quella tra Milan e Inter, le cose sono un tantino diverse. Condividere lo stesso stadio, lo stesso territorio, ha reso le due milanesi due sorellastre, obbligate ad una convivenza forzata, ma potendo ciascuna spodesterebbe con piacere l’altra. Niente regali a Natale, Pasqua e festività varie. Nessuno sconto neppure, anzi soprattutto, quando ci si ritrova insieme, al derby della Madunnina, quando più che baci e abbracci ci si scambiano “ombrelli” e qualche insulto di troppo, magari urlato dalla tribuna, magari dal Presidente dei cugini più piccoli (in base ai trofei, si intende).
Eppure, questo non ha impedito che nel corso degli anni le due squadre si siano passate alcuni giocatori, e noi più maliziosi siamo certi che ogni volta credevano di fregarsi a vicenda. Chi ha avuto la peggio? Sicuramente l’Inter. Vediamo nello specifico i casi più famosi:
Pirlo-Guglielminpietro: era il 2001 quando l’Inter cedette ai rossoneri un giovane Andrea Pirlo in cambio di 5.5 miliardi delle vecchie lire più il cartellino di Guly. Pirlo, grazie al ruolo cucitogli addosso da Ancelotti, è diventato uno dei più forti centrocampisti al mondo, vincendo di tutto e di più in rossonero. Guly? Nessun trofeo in nerazzurro e una carriera chiusa nell’anonimato 5 anni fa…
Seedorf-Coco: estate del 2002, quella dopo il celeberrimo 5 maggio. Cuper cerca un terzino sinistro, il Milan offre Coco chiedendo in cambio Seedorf, da sempre all‘ombra nelle file dei nerazzurri. Quanto successo dopo è a conoscenza di tutti. Seedorf ha contribuito brillantemente alle vittorie rossonere fino allo scorso anno, Coco, invece, si è ritirato nel 2007, senza lasciare alcun ricordo degno di nota nella storia interista.
Quelli sopra citati sono due casi limite, quelli più eclatanti, ma non sono gli unici. Basti pensare a Brocchi, arrivato a Milanello in cambio di Brnic, quest’ultimo ancora in attesa di riconoscimento…E, ancora, Beppe Favalli, oppure i meno fortunati Amantino Mancini, Sulley Muntari, Thomas Helveg. Cassano-Pazzini, quindi, è solo l’ultimo frutto dei tanti rapporti professionali instaurati nel corso degli anni tra Milan e Inter. Il più delle volte si tratta di convenienza, di una suggestione del momento, della speranza di beffare l’altro. Come andrà nei fatti, lo dirà soltanto il tempo. Le statistiche, oggi, vedono in vantaggio il Milan. Basterà Cassano a ribaltare la situazione?