Tutto è cominciato il 12 giugno, durante la prima fase della trattativa tra Milan e PSG per il passaggio di Thiago Silva al club francese. Dal ritiro della Nazionale a Cracovia Fantantonio tuonò: “Thiago è impossibile da sostituire. L’importante è che poi si sia chiari sugli obiettivi per i quali possiamo lottare. Senza di lui non si può lottare per vincere Champions o campionato. E’ il 50 per cento della squadra. Io, da ignorante, non lo darei mai vita. Poi è chiaro che la società intende ricavare dalla cessione tanti soldi. Se Ibra si sarà arrabbiato per la sua cessione, nel caso gli do ragione. E’ un delitto perdere Thiago Silva, è il più forte del mondo“. Poi arriva la frenata di Silvio Berlusconi con tanto di comunicato ufficiale e Cassano si ammorbidisce ai microfoni dell’amico Pierluigi Pardo di SportMediaset: “Il Presidente è un grande, è la nostra forza. Se lui decide che dobbiamo vincere, vinciamo perchè difficilmente sbaglia”. Poi, però, tutto si capovolge: Italia sconfitta in finale all’Europeo con Cassano in ombra, Thiago e Ibra al PSG di Ancelotti, mercato rossonero al palo.
Arriva così il momento del ritiro: il fantasista barese si presenta a Milanello insieme agli altri nazionali, ma ha il broncio e non fa nulla per nasconderlo. Si parte per gli Stati Uniti e Massimiliano Allegri, al termine del primo allenamento, lo chiama a rapporto, tentando di caricarlo. Nulla da fare: Fantantonio non si rassegna e prepara le valigie. Destinazione Genova? No, perchè per i Garrone non è tempo di ritorni. Allora si resta a Milano, sponda nerazzurra.
Mai, però, dalle dichiarazioni ufficiali è uscita fuori la verità: Cassano si aspettava un allungamento del contratto in scadenza nel 2014 con ritocco dell’ingaggio, fermo a 2,8 milioni a stagione. La mancata chiamata da via Turati è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
This post was last modified on 20 Agosto 2012 - 20:09