Difficile imputare una sola colpa, ancora più difficile isolare un solo problema: sintomatica, in tal senso, l’ascesa di Daniele Bonera a vero leader della difesa. Da sempre considerato un discreto rincalzo, il nuovo “senatore” ha ereditato il ruolo lasciato in un colpo solo da Nesta e Thiago Silva. Curioso, indipendentemente dalla qualità delle sue prestazioni. Come curiose restano le doti del mago di Setubal, in grado di portare a compimento l’ennesimo esperimento: regalare a Kakà, vecchio-nuovo oggetto del desiderio rossonero, una dorata mezz’ora newyorkese, condita da due assist e in grado di spazzare via in un niente ogni possibile discussione sul suo futuro blanco. Magia portoghese che, manco a dirlo, coinvolge anche Lass Diarra, protagonista nel momentaneo 2-1 madridista.
Kakà aveva 18 anni quel primo agosto del 2000, quando il deus ex machina indiavolato era Andriy Shevchenko e il suo compagno di reparto, lo spagnolo José Mari, non era certo un fenomeno… ma almeno rideva. Oggi il punto di riferimento che non ti aspetti, con le valigie pronte da un mese con destinazione Santos, si chiama Robinho e il suo compagno di reparto, il falso nove di Bari Vecchia, appare sempre triste e un po’ appesantito (stavolta non nel senso “dietetico” del termine). La sensazione è che, oggi come oggi, questo Milan non faccia al caso di Antonio Cassano come Antonio Cassano non fa probabilmente al caso di questo Milan. Un Milan in piena rifondazione, che ha bisogno di carburare e necessita di gente umile e volitiva.
Basteranno gli inserimenti (quasi) last minute di Zapata e M’Baye Niang per dare la sferzata decisiva? Ad Adriano Galliani e Massimiliano Allegri il compito di non rendere la risposta a questa domanda così smaccatamente scontata.
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This post was last modified on 9 Agosto 2012 - 11:33