E’ l’uomo-copertina dell’estate rossonera. E ne è ben consapevole. A segno contro Schalke 04 e Chelsea, con tanto di elogi pubblici da parte di Massimiliano Allegri. Ecco che Urby Emanuelson si gode questo precampionato, con la convinzione di poter far bene nel Milan e di dover “ringraziare” l’esclusione dalla Nazionale olandese per l’Europeo. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport il centrocampista rossonero riparte proprio da quella mancata convocazione per Polonia-Ucraina: “La delusione è stata enorme. Ma ho provato a farmene una ragione e a prendere il meglio dalle vacanze. Mi sono riposato, sono stato con la famiglia e ora mi sento benissimo“.
Le amichevoli lo hanno consacrato goleador dell’estate: “Sono soddisfatto. Non è importante vincere, ma anche come vinci. Credo che il Milan stia dando risposte convincenti a chi lo criticava“. Saranno anche solo amichevoli, ma la fiducia intorno a Urby sta crescendo giorno dopo giorno: “E’ la mia occasione. Sento la fiducia dell’allenatore, dei compagni. Ma da quando sono qui, la società mi ha sempre rassicurato. Ho aspettato il mio momento“.
Si parla poi del ruolo: mediano o terzino sinistro? “Io mi sento centrocampista – risponde chiaro Emanuelson -. Il ruolo di terzino non è la mia vera natura. Anche lo posso fare quando serve”.
Poi una riflessione sul Milan che verrà, dopo le tormetate vicende di Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic: “Il momento è complicato. Thiago e Ibrahimovic non ci sono più e noi non possiamo farci niente. Però hanno detto tutti che così eravamo scarsi e noi vogliamo dimostrare che non è vero. Noi ci sentiamo competitivi anche se Thiago e Ibra non ci sono più. Nuovi leader? Ambrosini, Bonera, Abbiati“-
E gli obiettivi per la stagione: “La Juve, l’Inter e le altre pretendenti allo scudetto devono sapere che il Milan non è morto. Siamo ancora vivi e possiamo competere con loro. Crediamo nella nostra forza, e magari arriverà anche qualche giocatore a rinforzare la squadra. Kakà? Ha fatto un pezzo di storia del Milan. E’ il tipo di giocatore che ci serve: i giovani lo seguirebbero“.