Da lunedì è ufficialmente iniziata la nuova stagione, malgrado ciò a Milanello, come naturale che sia, i cartelli di lavori in corso sono piuttosto visibili. Il mercato è ancora lunghissimo, l’ha detto in conferenza stampa l’amministratore delegato rossonero ed è impossibile non dargli ragione. Lo stesso Adriano Galliani è parso tranquillo di fronte ai giornalisti. Ha risposto serenamente alle insidiose domande che gli son state poste, con sincerità a tratti disarmante, lasciando da parte maschere o sogghigni maliziosi e limitando la retorica ai minimi storici.
E’ vero, non si è fatto sfuggire la chance di sottolineare che grazie al Corinthians, il Diavolo rimane assieme al Boca Juniors, il club più titolato al mondo, ma d’altra parte la finale di Libertadores era temporalmente troppo vicina per non approfittarne. Al di là del cenno ai numeri legati a fatturati e vittorie internazionali e non, del Milan di Berlusconi, immancabili ad ogni apertura di stagione, ha lasciato trasparire una velata sicurezza, nonostante molti tifosi guardino con preoccupazione alla campagna acquisti e i suoi zoppicanti progetti. La trasparenza e determinazione del Dottor Galliani però, lasciano spiragli di speranza, indipendentemente dal bilancio, ma prima del 31 agosto alle 19.01 non sarà possibile valutare a pieno l’operato della dirigenza. I colpi last minute, si sa, sono una specialità conclamata della casa.
Carico è apparso invece il Capitano. Ambro è sembrato calarsi alla grande nella parte dell’ultimo discendente della Stirpe d’oro. Totalmente consapevole delle difficoltà che si materializzeranno nei prossimi mesi, ha analizzato lucidamente le possibili incognite e le sfide da affrontare nella prima stagione senza Senatori, puntualizzando che sarà necessario creare innanzitutto un gruppo coeso, pronto a lottare assieme. Il linguaggio del corpo prima e le sue affermazioni poi, hanno evidenziato chiaramente che Massimo è coinvolto in toto dalla società nelle complesse scelte di questa lunga estate. Quasi tangibile la reciproca stima percepita dagli sguardi tra Adriano Galliani e Ambrosini. Staff e dirigenza contano molto sulla sua capacità di leadership e lui si è detto fiero e motivato, anche più di altri anni.
Le aspettative maggiori però sono rivolte all’allenatore. Le parole di Allegri nella conferenza di lunedì, suonano come quelle di un condottiero che non sa ancora con quali uomini andrà in battaglia e del resto, ad oggi, è comprensibile. La voglia di rivincita non manca, non può mancare, ma è conscio che per raggiungere risultati importanti dovrà metterci del suo. Nessuno ha voglia di vivere un’intera stagione sperando che Ibra risolva tutti i problemi e celi la pochezza di creatività tattica, come malauguratamente è capitato nelle ultime otto decisive giornate del campionato scorso.
Chissà che muoversi dallo stantìo 4-3-1-2 non possa esser una soluzione, o considerare che l’assegnazione della maglia numero 10 a Zlatan, possa suggerire un ruolo anche da rifinitore per lo svedese, oltre che di finalizzatore. L’abbiamo visto spesso arretrare e sur place inventare qualcosa di discreto. In questo momento i centrocampisti di fatica in questa rosa sono fin troppi e Montolivo non può diventare l’unica fonte di gioco. Di sicuro qualcosa cambierà ora della fine di agosto, ma l’identità sarebbe bene impostarla da subito. Non sarà un’impresa semplice… Buon lavoro, Mister!