Cosa avrebbe dato la vittoria dell’Europeo al Milan?

Abbiamo discusso a più riprese delle prestazioni dei rossoneri in azzurro. Non hanno deluso Abate e Cassano, anche se quest’ultimo avrebbe potuto dare qualcosa di più. Ha fatto benissimo Montolivo, al di sopra di ogni aspettativa e al di là di incomprensibili sostituzioni. Nocerino, purtroppo, non ha potuto esprimere tutto il suo potenziale, a causa di misteriose scelte tecniche, che lo hanno escluso in troppe circostanze.

Resta il fatto che i nostri sono stati comunque protagonisti e hanno senza dubbio favorito la Nazionale nella corsa alla finalissima di Kiev.
Hanno mostrato le loro capacità e il loro talento ad ogni apparizione, se si esclude il primo tempo timido con l’Inghilterra di Ignazio e qualche passaggio a vuoto del fantasista di Bari Vecchia.

E’ stata per tutti e quattro i milanisti un’occasione per accrescere la loro esperienza a livello internazionale, prendere confidenza con match ad eliminazione diretta e gestire tensioni che solo manifestazioni di questa caratura possono generare. Il rammarico di non aver alzato domenica scorsa quella coppa aumenta se ci soffermiamo su quanto avrebbe giovato per la loro autostima.

La stagione alle porte sa di anno zero. La despedida di tanti Senatori ha lasciato di fatto quasi “solo” Capitan Ambrosini. Avrà lui il compito di spiegare che cos’è il Milan ai nuovi arrivati e a ricordare a tutti come si diventa Campioni. Ed è proprio questo il punto. Per esser considerati un riferimento nello spogliatoio è necessario anche aver messo in bacheca qualcosa di importante. E’ il motivo per cui anche Ibra e Thiago dovranno esser più presenti all’interno del gruppo, sono dei vincenti. Poi chiaro, ci sono Abbiati, Bonera e Antonini, che hanno l’onore e merito di aver vissuto tanti anni di Milan. Ma a differenza di tutti questi, Ambro ha conquistato scudetti, Coppa Italia, Champions, Supercoppe italiane, europee e un Mondiale per Club. Ed è soprattutto questo che lo rende un totem per i compagni e gli vale lo status di Senatore.

Se Igna, Fantantonio, Monto e Noce fossero tornati vincitori dall’Ucraina, avremmo potuto contare su altri quattro Campioni, rimpolpando peraltro contestualmente l’anima italiana della squadra. Sfortunatamente questo non è successo, quindi non rimane altro che lottare per vincere al più presto qualche trofeo con la nostra di maglia.

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