E’ stato, infatti, proprio Mark Van Bommel a denunciare gli ululati razzisti all’indirizzo dei giocatori della sua squadra: “Quello che è successo è una vera e propria vergogna, soprattutto dopo il nostro rientro da Auschwitz“. Da quest’episodio di razzismo era nata una querelle del capitano olandese con la Uefa, che inizialmente, tramite un suo funzionario, aveva fatto sapere che si era trattato solo di proteste degli ultrà contro la scelta di non disputare alcuna partita degli europei a Cracovia. Secca è stata la reazione di Van Bommel a queste dichiarazioni: “Aprite le orecchie, se li avete ascoltati e fate finta di non averli sentiti, è anche peggio“.
L’Uefa ha poi corretto il tiro, affermando in un comunicato di essere stata messa al corrente dell’accaduto. “Si è trattato di cori razzisti isolati“, ha scritto l’organizzazione calcistica europea, senza precisare però se è in corso un’indagine sui fatti accaduti. “L’Uefa ha una politica di tolleranza zero in caso di comportamenti discriminatori e ha dato il potere agli arbitri di fermare le partite in caso di ripetuti episodi di razzismo“, si può leggere ancora nel comunicato, in cui si precisa anche la volontà di “prendere misure per proteggere i giocatori anche se si dovessero ripetere in allenamento simili comportamenti“. Ennesima prova fallita, insomma, per il massimo organo continentale.
This post was last modified on 8 Giugno 2012 - 17:49