L’appeal mediatico conquistato dalla Nazionale di Prandelli, pone in parziale ombra il calciomercato. La verve con la quale solitamente ci si approccia alle trattative estive, assomiglia ad un’ossessione un pò per tutti i tifosi e li accomuna quasi come l’affetto per gli Azzurri. I due temi intrigano a fasi alterne, dandosi sostanzialmente il cambio nelle prime pagine dei quotidiani sportivi.
L’estate 2012 però, per i supporter rossoneri è in leggera controtendenza. L’interesse per l’Europeo di Polonia e Ucraina è vivissimo, ma l’orecchio è tesissimo verso qualsiasi bisbiglìo che coinvolga Ibra e o Thiago Silva. Per loro, come spesso accade parlano gli agenti. Raiola non sbraita più come una volta, pare più educato, ma non per questo meno invasivo. Paulo Tonietto, procuratore del brasiliano, al contrario, si muove più bruscamente e al momento pare stia battendo i pugni sul tavolo per ottenere un sensibile aumento d’ingaggio per il suo assistito. Comprensibile. D’altra parte lo svedese e il capitano della seleçao olimpica sono i due top player del Diavolo e una discrepanza così evidente a livello remunerativo, stride con il similare e indiscusso plus valore che entrambi son in grado di garantire alla squadra.
La presa di posizione del presidente Berlusconi di poche settimane fa, ha chiarito solo parzialmente il punto di vista della società. Ovvero sia, il club non vuole privarsi di Thiagone, nemmeno per 47 milioni e per questo siamo tutti felicie e contenti, ma non è ancora chiaro quanto sarà disposto ad aumentare il suo stipendio. In questa sfumatura c’è tutto il bianco e il nero del contendere. Da una parte c’è la legittima richiesta dell’entourage del giocatore, dall’altra c’è la dirigenza che per poter concedere un adeguamento significativo deve tornare a far i conti con le sue deficitarie finanze. Il timore è che dopo l’annuncio in pompa magna della sua permanenza, si possa rimaterializzare lo spettro di una sua dipartita, ma questa volta a causa dell’ingaggio. Il silenzio che ha generato la richiesta, lascia tutti sul chi va là.
La questione della distribuzione delle responsabilità, sulla sua permanenza o non, la farà da protagonista nelle prossime settimane. E’ il Milan che deve necessariamente fare cassa e pertanto in conclusione cederà alle lusinghe del PSG o sarà il difensore a chieder di esser ceduto perchè ingolosito dai 10 milioni l’anno? L’ideale sarebbe che qualcuno di prendesse l’onere di comunicare con chiarezza la situazione ai tifosi quanto prima. Sarebbe poco elegante lasciar aperta questa questione a lungo, perché potrebbe farsi strada il pensiero per cui Thiago sarebbe da considerar solo un mercenario o che, peggio ancora, la società possa nascondersi dietro questo concetto, non facendosi carico, in questo modo, della decisione finale.
Il giochino l’abbiamo compreso, ora con determinazione fateci capire per quanto tempo potremo ancora applaudire il nostro 33 rossonero, grazie.