Ufficialmente è ancora un giocatore del Milan, in pratica non riesce mai a giocare nella squadra che lo ha lanciato. Alberto Paloschi non riesce a trovare pace e continuità in una squadra che viene girato in prestito come contropartita per arrivare ad altri giocatori. E così dopo una buona stagione a Verona con il Chievo (5 reti in 32 presenze), il 22enne cresciuto nelle giovanili rossonere pare essere indirizzato verso Pescara, come sostituto di Immobile che dovrebbe lasciare gli abbruzzesi per accasarsi a Genova con la squadra di Preziosi.
Eppure quel pomeriggio di febbraio di quattro anni fa ce lo ricordiamo ancora tutti: Milan-Siena, la partita non si sblocca e Ancelotti decide di lanciare in campo un 18enne che, si dice, somigli a Pippo Inzaghi. Gli bastano solo 18 secondi per farsi definire un “predestinato” da parte di Ancelotti, con Paloschi che raccoglie un pallone al limite dell’area e firma la rete del definitivo 1-0 finale. Da quel momento in poi, tanta gavetta in giro per l’Italia: prima tre stagioni a Parma, dove Paloschi realizza 16 gol in 58 presenze. Sembra il momento del grande salto quando viene girato prima a Genova e poi a Verona, fino a quest’estate dove sembra oramai già un giocatore del Pescara.
Almeno che Urbano Cairo non dia seguito ad altre voci, che vorrebbero l’erede di Inzaghi alla corte di Ventura nel nuovo Torino. Un’operazione che potrebbe pure essere agevolata dall’ormai palese interesse rossonero per Ogbonna. Insomma il momento del grande salto per Alberto Paloschi sembra non essere ancora arrivato, forse una chance gli andrebbe anche concessa.