Se ci fermassimo ad analizzare la stagione del Milan, focalizzando la nostra attenzione su Massimiliano Allegri in pochi, seguendo la propria pancia, promuoverebbero l’allenatore rossonero, “colpevole” di aver sbagliato formazioni, cambi e dichiarazioni in corso d’opera durante tutta l’annata. Ma nel valutare 10 mesi di lavoro (duro e sudato), usando la testa, saremmo sciocchi se non considerassimo un numero assurdo di varianti ed infortuni che Max ha dovuto rincorrere e subire. Ostacoli che hanno impedito al Milan di arrivare fino in fondo nelle condizioni migliori, ma nemmeno normali. La rosa, comunque, doveva vincere qualcosa in più (lontano e non sufficiente il derby di Supercoppa contro l’Inter ad agosto) e anche Allegri ha le sue colpe.
Se poi a Torino, precisamente alla Juventus, Andrea Pirlo, con magie e numeri da vecchio rossonero, ci mette molto del suo per far vincere lo scudetto alla Juventus, scucendolo, non senza qualche beffa e rivincita, al suo “caro amico” Milan e all’allenatore che non ha più creduto in lui, le cose si complicano. Poco spazio concesso ad El Shaarawy e Maxi Lopez, eccessivo a Robinho e un Emanuelson quasi sempre fuori posizione. Allegri di errori ne ha fatti, sul campo, ma mai fuori. Al contrario di qualcun’altro, mi consenta, che ci ha messo pochissimo a criticarlo e un’infinità di tempo, convinto da Galliani, a riconfermarlo. Giustamente.
Allegri non ha mai guardato in faccia a nessuno e ce l’ha messa fino alla fine, lui è così: prendere o lasciare. Ha vinto e continuerà a farci vincere, la mentalità è da Milan, le scelte qualche volta un po’ meno. Ma i rossoneri, adesso come non mai, non hanno per niente bisogno di un cambio in panchina, i problemi, e ce ne sono un sacco, sono altrove. VOTO SM su M. ALLEGRI: 7