Milanmercato: ancora 12 settimane di inesorabile agonia

L’occhio del tifo organizzato: è con immenso piacere che accogliamo da oggi tra le nostre “penne” Alessandro Jacobone, leader dei “Milanisti Non Evoluti”, gruppo nato all’indomani della vendita di Kakà e delle parole dell’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani, che noi tutti ricordiamo. Potete inviare le vostre domande e curiosità ad Alessandro a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

Non avrei mai creduto di ritrovarmi un giorno, agli inizi di Giugno, con uno stato d’ansia latente con il quale son sicuro sarò destinato a convivere fino alla data del 31 Agosto. Noi tifosi del Milan siamo stati abituati troppo bene forse. Estati tranquille mentre i cugini impazzivano sfogliando la rosea e esultando, come se fossero gia’ campioni, tra palette e secchielli sulle spiagge dell’adriatico. La sicurezza che un campione sarebbe arrivato; la tranquillita’ di avere una società solida alla quale affidare la nostra fiducia; la certezza di avere una squadra gia’ piena di fuoriclasse e dalla quale nessuno se ne sarebbe mai andato. Il Milan era una famiglia e dalle famiglie non ci si separa per nessuna ragione al mondo. Un mondo che ad oggi sembra essere cosi’ lontano come lontani sono gli acquisti dell’ultimo minuto regalati da Silvio Berlusconi. Quei giorni in cui durante la notte si comprava Lentini strappandolo alla concorrenza e si presentava Nesta a San Siro 24 ore dopo averlo definito inarrivabile per via del prezzo.

Scontata è l’accusa che viene rivolta a noi nostalgici del Milan che fu. Quando nel 2010 venne fondato da me e altri tre amici su Facebook il gruppo Milanisti Non Evoluti, ci furono innumerevoli accuse di ingratitudine. Come si puo’ contestare la societa’ che ha permesso al Milan di arrivare alle stelle mentre si bivaccava nelle stalle? Lecito chiederselo ma altrettanto utile ricordare a tutti che sia l’acquisto che la gestione del marchio Milan sia stato uno dei migliori investimenti effettuati dal gruppo Fininvest e da quel imprenditore ai tempi conosciuto a pochi, Silvio Berlusconi. Un discorso lungo e noioso che non voglio riproporre in questo mio articolo ma che non bisogna assolutamente sottovalutare. Detto questo pian piano gli scontenti aumentarono e ci trovammo ad avere l’attenzione dei media una volta raggiunti i 35.000 iscritti. Indipendentemente dal gruppo e dall’etichetta di Non Evoluti regalataci da Adriano Galliani, la realtà di oggi è uno stadio sempre più vuoto ed un lento disinnamoramento a questo sport. Questo non è imputabile a noi scontenti e viziati tifosi, bensì ad un continuo declassamento da parte della società di via Turati. Declassamento della rosa rossonera; della qualità che ci ha sempre contraddistinto sui campi di tutto il mondo e relativo declassamento degli obiettivi ai quali puntare.

Uno status che non appartiene a noi tifosi rossoneri. Uno status di mediocrità e approssimazione che non sono facenti parte del nostro Dna, lo stesso citato da Galliani quando alcuni anni fa parlava di Champions per sbeffeggiare i cugini nerazzurri. Arrivando ai giorni nostri eccoci per l’ennesima estate vivere un calciomercato con la paura che nulla accada o che, ancora peggio, uno dei nostri campioni venga venduto. Quel 99.99 % gridato da Galliani in riferimento alla permanenza nel Milan di Ibra e Thiago dovrebbe tranquillizzare tutti noi ed invece suona come un’ennesima promessa di sgambetto alla nostra fiducia e amore per il Milan. Ricordiamo infatti le barzellette su Sheva e la scuola di inglese per i figli e la piu’ sconcertante cessione di Riccardo Kaka’. Entrambe accompagnate da dichiarazioni e conferenze stampa da “libro cuore” e da quella percentuale che toglie il sonno a noi milanisti, 99,9%. La crudele realtà del giuoco del calcio, come direbbe Berlusconi, ha condannato la squadra rossonera durante la passata stagione. Infortuni e un mercato a risparmio, accompagnati da un allenatore secondo me non all’altezza, hanno dimostrato che non basta cucire sulle maglie “il club piu’ titolato al mondo” per vincere di diritto i campionati e le coppe.

Eppure sembra che tutto questo non sia bastato per capire e che, se l’anno scorso siamo riusciti a schierare 11 giocatori in campo nonostante gli infortuni, il prossimo potrebbe rivelarsi pericoloso per l’intero futuro. La riduzione della rosa richiesta da Allegri non è altro che uno stratagemma per non dover sostituire gli illustri partenti e a questo lutto sportivo si ha la sensazione che si uniranno presto ulteriori delusioni. Ibra e Thiago Silva si sono impossessati delle copertine dei quotidiani sportivi di tutta europa e non per colpa dei “malefici” giornalisti che cercano ed inventano notizie per riempire i buchi di un calciomercato colpito dalla crisi economica. Facile nascondersi dietro ad accuse di questo tipo. Non sono stati i giornalisti a vendere i campioni che hanno abbandonato la societa’ rossonesa tra le lacrime; non sono stati i giornalisti a firmare contratti milionari che sembrano essere stati il motivo di tale situazione; non sono stati i giornalisti a rispedire Cissokho al mittente con la scusa dei denti storti mentre da anni cerchiamo ancora un terzino sinistro degno della nostra maglia; non sono stati i giornalisti ad affidare la squadra ad un allenatore che si sta dimostrando lontano dalla nostra essenza fatta di bel gioco e piedi sopraffini.

Donare un fegato per comprarsi un rene non è sicuramente una scelta saggia e ad oggi , non essendoci piu’ quella fiducia verso la società di cui parlavo prima, il futuro che ci aspetta è assai buio. Crisi economica, spread al rialzo e le borse europee a picco dovrebbero convincerci del fatto che il calcio fa parte del mondo reale e cosi’ come questo deve adattarsi alla nuova realta’. Il resto del mondo calcistico si muove e, seppur con parsimonia e maggiore attenzione, gli acquisti vengono fatii per il fatto che sono necessari per mantenere la competitivita’ delle compagini in corsa per i vari titoli. Agli appelli della societa’ rispondo che potrebbe andare bene una programmazione e l’idea di puntare sui giovani. Mi mancano davvero i campionati in cui gli stranieri erano al massimo tre e dove i vari Maldini, Albertini e Baresi potevano esordire senza troppe paure. Peccato che poi alle parole seguano decisioni di mercato alquanto incomprensibili.

Proprio per rimanere in tema, con quale logica un giocatore giovane e promettente come Merkel viene ceduto a titolo definitivo ad una squadra minore con il rischio che si ripresenti vestendo un’altra maglia ? Sostituirlo con un Traorè qualunque che logiche segue se non quelle di favorire interessi privati e accordi messi in piedi con presidenti che nel calcio non dovrebbero neanche piu’ operare? Troppi interrogativi e troppe incongruenze lasciano tutti noi tifosi perplessi e spaventati fino a porci il dilemma su quale sia il giocatore al quale poter rinunciare. Il migliore attaccante del campionato oppure l’unica vera diga in grado di difendere Abbiati dalle sberle dei campioni d’oltre confine? Semplice, nessuno dei due. Servono acquisti che migliorino la rosa e soprattutto la qualita’ del centrocampo rossonero. Servono giocatori moderni che sappiano adattarsi a diversi moduli durante la partita e soprattutto un allenatore che sappia proporre moduli alternativi.

Galliani non può fare i miracoli ulteriori a quelli già effettuati, ne tantomeno puo’ continuare a ricevere umiliazioni da dirigenti che fino a pochi anni fa gli davano del voi. La risposta e la soluzione sono nelle mani della presidenza e per tale intendo Berlusconi. Il teatrino dell’amore per il Milan e dei sacrifici economici fatti per i colori rossoneri sono ad oggi credibili come il parrucchino di Conte Il Milan non serve più all’asset di Fininvest che di utili non ne produce piu’ cosi tanti. Ma il Milan è una questione di cuore e come tale va gestito per rispetto alla città, alla storia del club, ai colori rossoneri e all’amore che ogni tifoso ripone per essi. Con la speranza che Ibra possa sfondare la rete sotto la nord e che Grandine Nera possa alzare le dita al cielo indossando la nostra maglia conto i giorni che mancano al 31 Agosto… 12 settimane, 85 giorni, 2016 ore di lunga, inesorabile agonia.

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