Lui, l’altro e il superman di turno. In mezzo una privacy violata, la solita pazienza scaduta, un tentativo di aggressione sventato da un paciere improvvisato. Questo più o meno lo scenario descritto da alcuni siti web in riferimento a una presunta lite tra Cassano e un giornalista, avvenuta ieri, e scongiurata dal “Salvatore” Abate. Subito dopo è partito il tam tam, nei blog alcuni tifosi difendevano il milanista, altri invocavano una sua espulsione alla luce del regolamento e delle norme etiche. Ora, se da un lato è vero che certi avvenimenti non vengono mai ufficializzati, è altrettanto vero che una voce non fa una notizia, e che è impossibile ricamare un poema epico su quello che potrebbe essere un passa-parola arrivato male.
Cassano non può più essere sempre un capro espiatorio. Prima i litigi, poi i “froci”, poi di nuovo i litigi. I giornalisti dovrebbero smetterla di fomentare focolai di tensione che non fanno bene a nessuno, tanto meno a questa Nazionale che tutto sembra tranne che equilibrata e sicura di sè. Basta con queste strumentalizzazioni che servono soltanto a vendere i giornali e a ottenere visualizzazioni, o ancor meno, ad aizzare gli animi anche dei più tranquilli. Eppure, questi stessi addetti alla stampa, solo pochi mesi fa intonavano vere e proprie serenate in onore dell’Antonio Cassano “malato”, a un passo dal possibile addio al calcio per problemi più grandi di lui. E allora tutti a dire quanto fosse bravo, quanto servisse alla Nazionale, quanto rappresentasse comunque un volto bello del calcio italiano, seppur diverso e un pò anticonformista.
I vari Cassano, Balotelli, Ibrahimovic, sono la fortuna di quei giornalisti che preferiscono vendere sciocchezze piuttosto che calcio, che preferiscono gli aspetti secondari alle vicende del campo. E’ normale che questi campioni, che rappresentano un esempio per i più giovani, debbano assumere un certo comportamento, ma è pur vero che talvolta vengono descritti come caricature di se stessi, accentuando quei caratteri negativi che in realtà sono soltanto delle loro particolarità.
Quindi smettiamola con questo tiro al bersaglio, lasciamo tranquillo Cassano insieme a tutta la Nazionale. Facciamolo per il suo “cuore” malandato e per il nostro. Siamo tutti italiani, oppure no?