Sullo scandalo delle scommesse illegali emerso nei nostri campionati, invece, ha idee chiare e giudizi duri. “Sembrava impossibile che potesse ripetersi, ma purtroppo non si può entrare nella testa delle persone: quello per il gioco non è un tarlo ma una malattia“, è convinto il friulano classe 1946, che cominciava la sua carriera di allenatore quando a inizio anni Ottanta esplodeva il caso del Totonero, con giocatori e squadre di serie A coinvolti. “Conosco persone che non possono fare a meno di giocare, scommettere, puntare, andare al casinò e non hanno limiti – racconta l’ex ct dell’Inghilterra -. Su questo marciano quelli che intervengono illegalmente nel mondo dello sport“. E quelli a volte sono gli ultrà che, va ripetendo Capello da almeno un paio di anni, in Italia hanno troppo potere. Ne è sempre più convinto? “Su questo – taglia corto – ho già dato“.
Le indagini hanno condizionato anche l’avvicinamento della Nazionale all’Europeo. “L’Italia ha avuto infortuni e problemi che non ci aspettavamo e questo non aiuta, soprattutto perché l’esordio è con la Spagna, la favorita secondo me – osserva Capello –. Però gli azzurri hanno ritrovato un po’ di serenità con la visita al campo di concentramento di Auschwitz, è stata la medicina migliore. Anni fa ci sono stato, quel posto fa tornare con i piedi per terra“. Tormentate sono state anche le vigilie dei Mondiali vinti dall’Italia nel 1982 e nel 2006 “ma – ha notato l’ex ct inglese – questa volta non so se la nazionale riuscirà a ricompattarsi. Sarebbe molto importante per dare una scossa e una risposta positiva al calcio italiano“. Se quello italiano ha pochi soldi e pochi investitori, il calcio spagnolo è alle prese con un notevole indebitamento. Chi sta meglio? Capello ci pensa, e sorride amaro: “Facciamo scopa, eh…“.
(Paolo Cappelleri per “Ansa”)
This post was last modified on 7 Giugno 2012 - 19:20