Buon compleanno, Leggenda!

Sette Scudetti, cinque Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, cinque Champions League, cinque Supercoppe Europee, tre Coppe Intercontinentali/Mondiale per Club. Bastino questi numeri per sintetizzare la carriera più straordinaria che il calcio italiano, se non mondiale, abbiano mai potuto mostrare: quella di Paolo Maldini, lo storico capitano del Milan e dalla Nazionale italiana, che oggi spegne 44 candeline.

Un’avventura meravigliosa, irripetibile, tinta sempre di due soli colori, quel rosso e nero che già il padre Cesare aveva onorato alzando la prima Coppa dei Campioni della storia milanista, nel leggendario stadio di Wembley, nel 1963. E la storia, che non si svolge mai per caso, e che segna per sempre la memoria servendosi delle leggende, non poteva non riservare al figlio Paolo un trattamento inferiore: e così, esattamente 40 anni dopo, esattamente nella stessa nazione, la famiglia Maldini entrava nella storia del Milan, quando il Capitano alzava al cielo la sesta Champions di una favola infinita, la quarta per Paolo, la prima con quella fascia che quattro decenni prima era stata del padre.

La ciliegina su una torta che Maldini aveva iniziato a produrre nel lontano 1978, esordendo con le giovanili rossonere a soli dieci anni, e aveva continuato a perfezionare il 20 gennaio del 1985, quando, alla guida di un’altra leggenda rossonera, Nils Liedholm, faceva il suo esordio in serie A, allo stadio “Friuli” di Udine. Iniziavano i 25 anni che ogni calciatore sogna di vivere. Una carriera incredibile, costellata da una miriade di successi e da tanti riconoscimenti da parte di colleghi e allenatori.

Due soli “buchi” in questa torta, non propri. Non riuscire a vincere un Mondiale e non vedersi mai assegnato un Pallone d’Oro che sarebbe stato doveroso nei confronti di colui che è stato uno dei migliori difensori che la storia del calcio mondiale abbia mai espresso. Tuttavia, una torta così era troppo bella per non poter essere confezionata. E così, nello straordinario anno 2007, Maldini conquista i suoi ultimi straordinari trofei: la quinta Champions League, la quinta Supercoppa Europea e la quarta Coppa Intercontinentale o primo Mondiale per Club, che dir si voglia.

Poco resta da aggiungere, quando a parlare sono i numeri: primato assoluto di stagioni in serie A con una stessa maglia; primatista assoluto di presenze con la casacca rossonera (902 ufficiali); calciatore con il maggior numero di presenze nel massimo campionato (647); marcatore più veloce in una finale di Champions League (dopo soli 52” contro il Liverpool nel 2005); primatista (insieme allo storico calciatore del Real, Francisco Gento) di finali di Coppa Campioni disputate (ben 8); è il giocatore che per più anni ha giocato nella massima competizione europea (18 anni dalla prima all’ultima partita); il primo come numero di derby disputati (ben 56). In Nazionale, invece, è, con 126 presenze, secondo solo a Cannavaro. È, inoltre, il secondo calciatore ad aver disputato più partite nelle fasi finali dei mondiali (23 presenze contro le 25 di Matthaus), ma il primo per minuti giocati (2216).  E potremmo continuare all’infinito.

Ci piace, invece, fermarci qualche secondo a rivivere con la mente tutte le emozioni che ha regalato al calcio italiano e mondiale, ma soprattutto ai milanisti. E non si può, ricordando una sua bellissima frase, non alzarsi in piedi in una grande standing ovation: Se da bambino mi fossi scritto una storia, la storia più bella che mi potessi immaginare, l’avrei scritta come effettivamente mi sta accadendo”. Buon compleanno, eterno Capitano!

Gestione cookie