Questa volta la bufera è di quelle pesanti, non certo passeggera o destinata a passare senza far danni. L’inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse ha fatto registrare oggi una nuova svolta. I giocatori di Lazio e Padova, Stefano Mauri (capitano dei biancocelesti) e Omar Milanetto, sono finiti in manette con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Gli inquirenti gli contestano la mancata denuncia di un incontro combinato mentre sedeva nella panchina del Siena. Con la stessa accusa (associazione per delinquere) è stato iscritto nel registro degli indagati l’allenatore della Juventus, Antonio Conte, al quale stamane è stata perquisita l’abitazione. Gli inquirenti gli contestano la mancata denuncia di un incontro combinato mentre sedeva nella panchina del Siena. L’inchiesta non tocca alcuna vicenda inerente alla Juventus. Ad inguaiare il tecnico sono state le dichiarazioni del suo ex calciatore Filippo Carobbio: “Conte disse che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio. Ci fu un accordo per far finire la gara in parità, in effetti ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara”.
Ma andiamo con ordine. In tutto, nell’ambito dell’operazione denominata “Last Bet” sono stati emessi 19 provvedimenti restrittivi. Riguardano: Stefano Mauri (Lazio, in carcere), Omar Milanetto (Padova, ex Genoa, in carcere), Matteo Gritti (Albinoleffe, in carcere), Alessandro Pellicori (svincolato del Queen’s Park Rangers, in carcere), Paolo Domenico Acerbis (Vicenza, in carcere), Ivan Tisci (ex giocatore, in carcere), Marco Turati (Modena, in carcere), Cristian Bertani (Sampdoria, ex Novara, in carcere), Kewullah Conteh (svincolato del Piacenza, obbligo di presentazione), Josè Inacio Joelson (Pergocrema, ai domiciliari), Francesco Ruopolo (Padova, obbligo di presentazione). A questi si aggiungono gli ungheresi Zoltan Kenesei, Matyas Lazar, Lazlo Schultz, Laslo Strasser, Istvan Borgulya. Quindi Vittorio Gatti, Luca Burini e Daniele Ragone.
Il blitz degli uomini dello Servizio Centrale Operativo (SCO) ha riguardato una trentina di perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati: calciatori di serie A e B, tecnici e dirigenti di società professionistiche coinvolti nelle indagini, precisa la nota. La Polizia si è presentata a casa di Antonio Conte, di Andrea Soncin dell’Ascoli, di Sergio Pellissier del Chievo (indagato), ma anche nel ritiro della Nazionale a Coverciano. Nel mirino delle forze dell’ordine c’è il difensore dello Zenit San Pietroburgo, Domenico Criscito, raggiunto da un avviso di garanzia. I poliziotti hanno anche eseguito controlli nella sua casa di Nervi, nel Levante genovese. Agli atti dell’indagine di Cremona vi è anche il resoconto di un incontro proprio in un ristorante di Genova, l’Osteria del Coccio, avvenuto il 10 maggio dello scorso anno, poco prima di Lazio-Genoa, finita poi 4-2. A quel summit parteciparono Criscito, appunto, e Giuseppe Sculli, insieme a un pregiudicato bosniaco e due ultrà del Genoa.
“Le indagini – ha detto Raffaele Grassi, dirigente dello Sco – hanno confermato l’esistenza di questa organizzazione transnazionale composta da singaporiani e balcanici, a cui si è aggiunta una componente ungherese”. E ancora da una nota della Polizia: “I giocatori italiani, militanti in serie A, B, Lega Pro, avrebbero agito, a vario titolo, come referenti del sodalizio transnazionale sul territorio italiano per la combine delle partite di calcio. Il gruppo criminale fa capo al boss singaporiano Tan Seet Eng, colpito da provvedimento restrittivo nel dicembre scorso e ritenuto il capo dell’organizzazione internazionale dedita al match fixing”.
Cesare Prandelli si appresta a comunicare la lista di 25 giocatori (23 più 2 riserve) che sarà iscritta agli Europei 2012. Tra questi non ci sarà Domenico Criscito, raggiunto dall’avviso di garanzia per lo scandalo del calcioscommesse e perquisito a Coverciano. Leonardo Bonucci, anch’egli indagato, resta invece nei 25.
Anche l’ex giocatore Bobo Vieri risulta iscritto nel registro degli indagati della Procura di Cremona nell’ambito dell’inchiesta sul Calcioscommesse. Il nome di Vieri era stato fatto nella prima fase dell’inchiesta nel corso di una telefonata tra Antonio Bellavista e Ivan Tisci, il cui contenuto e’ depositato nell’ordinanza con cui il gip Guido Salvini dispone nuovi arresti. Vieri, attraverso il suo legale, comunica ‘‘la propria assoluta estraneita’ in relazione al caso calcioscommesse”.