Dopo quel magico sabato sera, c’è un altro sogno chiamato Champions, sogno che nonostante il buon pareggio interno con il Barcellona, rimarrà tale e anzi, sarà la causa principale del pari con l’arrembante Catania al “Massimino” e, soprattutto, della debacle contro la Fiorentina. Dopo la trasferta spagnola infatti si torna con i piedi, ma non con la testa, in quel di San Siro dove i viola dati per spacciati, con Amauri sugli scudi, fanno il colpaccio ammutolendo, in una domenica pomeriggio qualsiasi, un intero stadio. Testa della classifica addio e inizio della fine.
A Verona si passa a fatica ma è nuovamente il “Meazza” il teatro di un nuovo scherzo del destino. Il Bologna costringe gli uomini di Allegri a rinunciare, quasi ufficialmente al sogno scudetto, con un pari che la Juventus sfrutta alla grande stra battendo la Roma. La giornata successiva contro il Genoa, sempre a Milano, per un attimo sembra essere lecito crederci: il Milan vince e sugli spalti giunge la notizia del pareggio del Cesana con la Juve. Scene di gioia che si esauriscono dopo pochi secondi: niente di vero. Classifica immutata e -4 anche per Siena-Milan e Novara-Juvenuts, vincono entrambe e si deve aspettare ancora. Torniamo nuovamente a San Siro per affrontare l’Atalanta, i rossoneri controllano il vantaggio con sicurezza ma è da Lecce che arrivano le emozioni: Bertolacci beffa Buffon, la Juve rimane al palo e la distanza torna a farsi sottilissima. Un punto, due considerando gli scontri diretti, e una partita chiave, il derby. Lì, Scudetto, sogni e certezze si sciolgono come neve al sole sotto la tripletta di Milito e la sassata di Maicon. San Siro osserva, mestamente, il triste finale dell’opera e si prepara a calare il sipario, domenica contro il Novara, senza vincitori.
This post was last modified on 8 Maggio 2012 - 14:43