Stesso posto: San Siro, ma storia che si evolve in maniera certamente non positiva. Il “Meazza” si fa illudere nel mese di marzo, con una gara, quella contro la Roma, che inizialmente vede i rossoneri in svantaggio a causa del gol di Osvaldo ma che il solito Ibra risolve con due magie. Lo stadio si esalta: gioisce, applaude. La rimonta ai danni degli uomini di Luis Enrique sembra avere il sapore dello scudetto e poco importa, al momento, se la Juve rimane in scia battendo i cugini nerazzurri.
Dopo quel magico sabato sera, c’è un altro sogno chiamato Champions, sogno che nonostante il buon pareggio interno con il Barcellona, rimarrà tale e anzi, sarà la causa principale del pari con l’arrembante Catania al “Massimino” e, soprattutto, della debacle contro la Fiorentina. Dopo la trasferta spagnola infatti si torna con i piedi, ma non con la testa, in quel di San Siro dove i viola dati per spacciati, con Amauri sugli scudi, fanno il colpaccio ammutolendo, in una domenica pomeriggio qualsiasi, un intero stadio. Testa della classifica addio e inizio della fine.
A Verona si passa a fatica ma è nuovamente il “Meazza” il teatro di un nuovo scherzo del destino. Il Bologna costringe gli uomini di Allegri a rinunciare, quasi ufficialmente al sogno scudetto, con un pari che la Juventus sfrutta alla grande stra battendo la Roma. La giornata successiva contro il Genoa, sempre a Milano, per un attimo sembra essere lecito crederci: il Milan vince e sugli spalti giunge la notizia del pareggio del Cesana con la Juve. Scene di gioia che si esauriscono dopo pochi secondi: niente di vero. Classifica immutata e -4 anche per Siena-Milan e Novara-Juvenuts, vincono entrambe e si deve aspettare ancora. Torniamo nuovamente a San Siro per affrontare l’Atalanta, i rossoneri controllano il vantaggio con sicurezza ma è da Lecce che arrivano le emozioni: Bertolacci beffa Buffon, la Juve rimane al palo e la distanza torna a farsi sottilissima. Un punto, due considerando gli scontri diretti, e una partita chiave, il derby. Lì, Scudetto, sogni e certezze si sciolgono come neve al sole sotto la tripletta di Milito e la sassata di Maicon. San Siro osserva, mestamente, il triste finale dell’opera e si prepara a calare il sipario, domenica contro il Novara, senza vincitori.