Con la tensione alle stelle i rossoneri finiscono dritti, dritti alle stalle. Esempi lampanti di questo problema rimangono i due derby. Sia all’andata che al ritorno, sia giocando bene, sia giocando male non c’è stato verso di portare a casa qualche punto che, alla fine dei conti, sarebbe stato decisivo. Manca, forse, l’abitudine a vincere, manca, forse, quel pizzico di personalità in più che serve per essere davvero vincenti. Dietro a Ibra, il solo in grado di dare la scossa, c’è il vuoto. Boateng non spacca la partita, Robinho sbaglia più che mai l’inimmaginabile e dietro, senza Thiago Silva, sono dolori.
Numeri impietosi anche con Juventus, Napoli e Lazio dove in sei partite si sono fatti solo tre punti sui diciotto disponibili. Poca roba, non da Milan, non da Campioni d’Italia, bensì da incubo. E ora, con una stagione, nei risultati, da dimenticare, si apre non solo un processo tecnico ma anche psicologico. Chi è davvero in grado di reggere la pressione con quella maglia addosso?
This post was last modified on 7 Maggio 2012 - 00:17