Portieri stranieri, croci e delizie rossonere

La storia del Milan targato Silvio Berlusconi non ci ha mai regalato autentici “fuoriclasse” della porta. Per carità, non abbiamo mai faticato a trovare dei numeri uno all’altezza dei grandi palcoscenici, ma nessuno è poi riuscito realmente a sfondare negli almanacchi per essere ricordato come “fenomeno”. Ci sono, però, storie, alcune anche lunghe, che ci raccontano di portieri stranieri. Segno di come la società rossonera, come poche altre grandi in Italia, sia andata all’estero per cercare nuovi “custodi” della porta.

Ha aperto il capitolo il tedesco Jens Lehmann, approdato al Milan nel 1998 per restarvi solo pochi mesi. Nella squadra di Zaccheroni, che a fine stagione si laureò campione d’Italia, il portiere tedesco giocò solo le prime cinque partite di campionato, facendo il suo esordio il Serie A il 12 settembre. La gara più tragica per lui fu quella persa 3-0 a San Siro contro la Fiorentina. Gabriel Batistuta fece letteralmente impazzire il gigante teutonico, che propiziò addirittura una punizione dentro la sua area per aver raccolto con le mani il retropassaggio di un compagno.  Subì, in tutto, 5 reti in 5 partite (tre solo dall’attaccante argentino dei Viola) e nel gennaio 1999 fece ritorno in patria accasandosi in Bundesliga. La sua carriera, poi, prese una buona piega, essendo stato il portiere titolare della Germania ai Mondiali 2006, in cui la Nazionale di casa si classificò terza.

Il portiere straniero che più ricordiamo, anche per un andamento sorprendente, nel bene e nel male, è il brasiliano Nelson Dida. L’IFFHS (Istituto di Storia e Statistica del Calcio) nel 2005 lo piazzò al secondo posto nella classifica dei migliori portieri al mondo. E probabilmente quello fu il suo anno migliore. Davvero strana la sua storia. Nel 1999 viene acquistato dal Milan per 3 miliardi di lire e poi ceduto in prestito al Lugano, con cui non scese mai in campo, e al Corinthians, dove vinse il titolo brasiliano. Torna al Milan nella stagione 2000/2001, collezionando una presenza in Serie A e sei in Champions League (compresa quella della “saponetta” di Leeds). Poi torna nuovamente in prestito al Corinthians, per poi accasarsi a Milano dalla stagione 2002/2003, sfruttando l’occasione dell’infortunio di Christian Abbiati nel preliminare di Champions contro lo Slovan Liberec e divenendo da lì il titolare fisso. La consacrazione arriva proprio a fine stagione, con le parate decisive nella finale di Champions vinta a Manchester contro la Juventus. Alti livelli anche nelle due stagioni successive, compresa quella del 2004/2005 con tanto di petardo in testa nel derby di Champions contro l’Inter vinto 3-0 a tavolino.

Nella stagione successiva cominciano le prime crepe: tanti errori, pur riscattati da una seconda parte di stagione su alti livelli. La vera e propria altalena inizia nel 2006/2007 con parecchie “papere” e due infortuni. Nonostante ciò, arriva il rinnovo del contratto fino al giugno 2010. Eppure nella stagione 2007/2008 i suoi errori si rivelano pesanti. L’apice della sua contraddittorietà arriva il 3 ottobre 2007 nella partita di Champions contro il Celtic a Glasgow. Dopo aver subito il secondo gol dagli scozzesi, il brasiliano si getta a terra durante l’esultanza di un invasore. L’Uefa lo squalifica per due turni per quella che definisce una “sceneggiata”. Da quell’episodio gioca a corrente alternata fino ad un altro errore nel derby contro l’Inter, quando su un tiro di Cambiasso si butta dalla parte sbagliata lasciando San Siro attonito.

Nella stagione 2008/2009 gioca come titolare in Coppa Uefa per poi tornare proprietario della porta anche in Serie A nel mese di marzo, in seguito ad un infortunio occorso ad Abbiati. Pochi giorni prima della scadenza del contratto, il 1 maggio 2010 festeggia le 300 gare con la maglia rossonera, diventando il secondo portiere più presente dopo Sebastiano Rossi. Il suo legame col Milan dura ancora adesso al punto che ha fatto recentemente parte della rappresentativa di beach soccer del team rossonero che ha partecipato al Mundialito de Clubes di San Paolo. E chissà che per lui non ci sia un posto in dirigenza o negli staff tecnici.

Un altro portiere straniero è stato Zeljco Kalac, australiano alto 202 centimetri proporzionali alla sua simpatia. Approda al Milan nel 2005 dopo una buona esperienza al Perugia. Ha ben figurato soprattutto nella stagione successiva, dove è stato schierato da titolare per due mesi prima di infortunarsi a sua volta. Nella stagione 2007/2008 ha giocato solo otto partite al posto di Dida. Alla fine il 12 agosto 2009 ha deciso di rescindere dopo 38 presenze in rossonero. Lo ricordiamo anche per la sua voglia di scherzare come quando venne invitato a Controcampo e diede vita a un vivace siparietto con Maurizio Mosca.

Oggi siamo davanti a Gabriel, all’anagrafe Gabriel Vasconcellos Ferreira. Brasiliano, classe 1992, è stato ingaggiato dal Cruzeiro per sostituire Flavio Roma nel ruolo di terzo portiere. Le premesse fanno ben sperare: nel febbraio 2011 ha vinto il Mondiale Under 20 con la Nazionale brasiliana. E lo scorso marzo è stato inserito nella lista dei pre-convocati della Nazionale Maggiore per le Olimpiadi di Londra. Poi è stato escluso, ma gli occhi su di lui ci sono. E un motivo ci sarà.

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