E’ il caso anche di Zambrotta, Seedorf e Inzaghi, leader incontrastati sul campo negli anni d’oro del recente passato del Diavolo, “voci dello spogliatoio” del presente, un po’ meno soddisfacente.
Perché dobbiamo ammetterlo senza sembrare smemorati e “lamentoni”, ma la carriera di coloro che hanno colorato la nostra storia con vittorie e coppe al cielo si stava spegnendo (o forse si era già spenta), sempre meno rossa e sempre più nera. Un salto generazionale, un sussulto nello stomaco, lacrime amare dopo un stagione deludente: questa è l’emozione che l’addio dei nostri “cari vecchietti” ci accompagnerà durante la partita di domenica, ma è un passaggio logico che si doveva compiere, con qualcuno anche prima, perché, se fosse stato solo per volontà della società, si sarebbe proseguito con molti dei casi in questione; lamentandoci ogni domenica perché “non corrono”, per poi sollevare dei dubbi sulle parole (e anche sugli insulti) che molti di noi, anche noi, gli hanno riversato addosso.
Quindi coraggio e niente paura, siamo seri e il Milan non mancherà di rinforzare e (ri)costruire una nuova squadra e un nuovo ciclo. Certo, ci sarà bisogno di più soldi e di un Presidente più presente, perché Nesta, Zambrotta, Gattuso, Seedorf e Inzaghi lasceranno un vuoto enorme, come presenza nello spogliatoio ma anche come pericolosità agli occhi degli avversari: ci vorranno volti nuovi, puliti e capaci di proseguire un “viaggio” rossonero, costruito con grande merito dai nostri “anziani” più belli del mondo, ma che continuerà anche senza di loro.
E’ la vita, è il calcio: un arrivederci per aspettarli in altre vesti fra qualche anno. Ma non piangiamoci addosso. Ringraziamoli per tutto, anche per aver deciso da soli di togliere il “disturbo”. E pensiamo all’anno prossimo, sognando insieme il nuovo Milan del futuro.
This post was last modified on 11 Maggio 2012 - 12:34