Strano ma vero, quando il Milan ha la possibilità di pulire l’etichetta di “squadra vecchia”, di rifarsi il look ed abbassare (di molto) l’età media della rosa, finendo ma, speriamo, anche aprendo un altro ciclo vincente, il popolo rossonero, chi più chi meno, inizia ad insorgere. “Nesta doveva rimanere”, “Perché Gattuso no e Ambrosini sì?, “E adesso che succederà?”. Succede che, Nesta e Gattuso, per esempio, hanno deciso di loro spontanea volontà di non accettare il prolungamento di un altro anno propostogli da Galliani, dando così una mano ai rossoneri che, una volta per tutte (speriamo come si deve), dall’anno prossimo entreranno in scena con una squadra fondata su nuovi senatori.
E’ il caso anche di Zambrotta, Seedorf e Inzaghi, leader incontrastati sul campo negli anni d’oro del recente passato del Diavolo, “voci dello spogliatoio” del presente, un po’ meno soddisfacente.
Perché dobbiamo ammetterlo senza sembrare smemorati e “lamentoni”, ma la carriera di coloro che hanno colorato la nostra storia con vittorie e coppe al cielo si stava spegnendo (o forse si era già spenta), sempre meno rossa e sempre più nera. Un salto generazionale, un sussulto nello stomaco, lacrime amare dopo un stagione deludente: questa è l’emozione che l’addio dei nostri “cari vecchietti” ci accompagnerà durante la partita di domenica, ma è un passaggio logico che si doveva compiere, con qualcuno anche prima, perché, se fosse stato solo per volontà della società, si sarebbe proseguito con molti dei casi in questione; lamentandoci ogni domenica perché “non corrono”, per poi sollevare dei dubbi sulle parole (e anche sugli insulti) che molti di noi, anche noi, gli hanno riversato addosso.
Quindi coraggio e niente paura, siamo seri e il Milan non mancherà di rinforzare e (ri)costruire una nuova squadra e un nuovo ciclo. Certo, ci sarà bisogno di più soldi e di un Presidente più presente, perché Nesta, Zambrotta, Gattuso, Seedorf e Inzaghi lasceranno un vuoto enorme, come presenza nello spogliatoio ma anche come pericolosità agli occhi degli avversari: ci vorranno volti nuovi, puliti e capaci di proseguire un “viaggio” rossonero, costruito con grande merito dai nostri “anziani” più belli del mondo, ma che continuerà anche senza di loro.
E’ la vita, è il calcio: un arrivederci per aspettarli in altre vesti fra qualche anno. Ma non piangiamoci addosso. Ringraziamoli per tutto, anche per aver deciso da soli di togliere il “disturbo”. E pensiamo all’anno prossimo, sognando insieme il nuovo Milan del futuro.