Una famosissima canzone recitava “Luci a San Siro”, ma oggi l’unico termine che si può usare per descrivere l’atmosfera della scala del calcio è: brividi! Brividi che corrono lungo le schiene dei presenti, brividi che corrono in tutti quelli che avevano gli occhi rivolti verso l’ultima stagionale dei rossoneri. Commovente, emozionante, unico. Le emozioni iniziano prestissimo, ma le lacrime di Ringhio Gattuso, l’anima buona degli ultimi tredici anni in campo e fuori, abbracciato da Zambrotta e poi da tutti gli altri, lasciano il segno. In un’atmosfera così è difficile pensare di poter correre e concentrarsi per onorare al meglio una partita di calcio, che per quanto passerella possa essere, si deve giocare. Allora Milan-Novara ha inizio.
Pronti, via e Pippo Porcari entra in maniera decisa, forse troppo, su Kevin Prince Boateng. Il ghanese inizia a zoppicare e poi abbandona il campo per un problema alla caviglia, che lo costringe addirittura a recarsi in ospedale per accertamenti. Dentro Flamini e l’immagine di Boateng che esce per infortunio è la perfetta fotografia della stagione sua e di tutto il Milan. Un’annata piena di infortuni, un’annata sfortunata e mentre allo Juventus Stadium si festeggia uno scudetto strameritato e si omaggia, con un suo gol, il grande campione che è stato Alessandro Del Piero, al Meazza il Novara passa in vantaggio al 20′ con il primo gol in Serie A dell’argentino Garcia. Va bene la partita non conta nulla, ma il primo tempo dei ragazzi di Allegri è da bollino rosso. Gattuso corre e trova le motivazioni per lasciare il ricordo del grande lottatore che abbiamo sempre ammirato, ma davanti si giochicchia. Preziosismi e leziosismi fini a se stessi ed Ibrahimovic, che anche in una giornata così, trova il modo di urlare verso tutti e volere assolutamente la palla, solo per aumentare il proprio score di segnature stagionali. Il Novara invece dimostra di voler assolutamente congedarsi al meglio dalla Serie A e, prima dell’incredibile gol a porta vuota non realizzato dal deludente Aquilani (molto probabilmente anche lui all’ultima in rossonero), sfiora più volte il raddoppio.
Il Milan che esce dagli spogliatoi per giocare la ripresa sembra avere un piglio diverso e mette il giusto orgoglio in campo per evitare di chiudere il campionato con una sconfitta e rovinare una giornata di festa. Dalla panchina si alza Pippo Inzaghi per iniziare il suo ultimo riscaldamento con il Diavolo e lo stadio impazzisce. Intanto la squadra inizia a macinare calcio ed il Novara sparisce. Prima Aquilani, poi Seedorf con una punizione che lambisce il palo e poi Ibra sfiorano il pari. Pari che arriva dopo una bella combinazione fra Cassano e Flamini, con il francese che firma con la prima rete stagionale il suo esordio dal 1′. Intanto Gattuso continua ad essere il solito leone, corre per cinque e sbalordisce tutti per la sua straordinaria condizione atletica, tanto da chiedersi perché stia lasciando i colori che ama. Anche Clarence Seedorf inizia ad impartire lezioni di calcio e decide di ricordare a tutti chi è stato in questi anni il Professore.
Poi la scena passa a Pippo Inzaghi. Si scalda, non vede l’ora di entrare ed i tifosi continuano ad inneggiare al suo nome. Al 67′ è il suo momento. Esce Cassano ed entra Superpippo per la sua 300esima in rossonero. Lo stadio cade ad i suoi piedi, ma il bello deve ancora venire. Tutti iniziano a giocare per lui ed ogni volta che la palla entra in area lo stadio sembra crollare. Poi all’82’ arriva il gol più atteso: Superpippo controlla col petto un lancio dalle retrovie di Seedorf e insacca di destro. Poi esulta sotto la Sud, si inchina e bacia la maglia rossonera. Inzaghi è sempre stato una certezza. Ecco perché è impossibile trattenere le lacrime. Date un pallone a Pippo: pulito, sporco, facile, difficile. Lui lo spingerá in rete.
Il resto sono emozioni, sono brividi, sono lacrime è storia. La classifica dice secondo posto e ottanta punti, ma oggi questo conta poco. Oggi contano tante altre cose, oggi conta il cuore, oggi conta dire grazie. Grazie Pippo, grazie Rino, grazie Clarence, Grazie Sandro, grazie Gianluca, grazie Mark, grazie di tutto, sarete sempre nei nostri cuori.