Gennaro Gattuso lascia il Milan. Il gladiatore di mille battaglie, anima del centrocampo rossonero, ha deciso di non rinnovare il contratto. Ha capito che è giunta l’ora di farsi da parte e di concedere spazio a forze fresche. Un vero campione è in grado di rendersi conto quando il proprio ciclo è terminato, Ringhio non fa eccezione.
Chiunque credesse di comprendere il calcio poiché vede una sfera terminare in rete, infatti, si illuderebbe. Ignorerebbe l’importanza della fase di recupero palloni, senza la quale non si potrebbe andare in gol, e riterrebbe Gattuso un picchiaduro dai piedi ennagonali. Errore.
Se non ci fosse stato Ringhio ad effettuare contrasti, a macinare kilometri, a fare in modo che il Milan si impossessasse della metà campo, a trasmettere grinta ai compagni, Maldini avrebbe vinto due Champions League in meno, Cannavaro avrebbe rischiato di non alzare la Coppa del Mondo, Shevchenko e Kakà non avrebbero potuto vincere il Pallone d’Oro e Pirlo non sarebbe riuscito ad imporre le sue geometrie.
Gattuso costituiva la spina dorsale del Milan(solo Leonardo non era stato in grado di valorizzarlo) e della Nazionale che, nel 2006, conquistò la Germania. Il suo lavoro sporco e i suoi breaks garantivano protezione alla difesa e davano il là ad azioni d’attacco. Non perdeva palloni e ne recuperava a valanga. Garantiva un contributo indispensabile.
Nonostante i problemi all’occhio, anche quest’anno, quando chiamato in causa, Rino era riuscito a rendersi utile.
Sta di fatto che il suo addio lascia un vuoto incolmabile, il suo ricordo è indelebile nei cuori dei tifosi del Diavolo. Difficile, se non impossibile, trovare un altro Ringhio Gattuso. GRAZIE DI TUTTO, RINO!