Milito, alias il peggiore incubo di Ignazio

Serate come quella di ieri sera ti portano a fare le peggiori considerazioni e a guardarti dentro, con amarezza e il dovere di esser obiettivo. Serate come quella di ieri sera sono un preoccupante campanello d’allarme non tanto per questa stagione, ormai già tristemente in archivio, quanto per un futuro che si spera certo più roseo.

Una disamina critica del derby di ieri sera è un dovere. Ingiusto sarebbe nascondersi dietro a un dito, altrettanto ingiusto sarebbe negare che Diego Milito, quest’anno, sembra aver un conto in sospeso con noi. Quattro reti in due partite, due prestazioni ad altissima tensione, cattiveria e abilità di esser al posto giusto al momento giusto. Come non considerarlo, d’ora in poi, la nostra bestia nera?

Difficile, al contrario, non pensare alle incredibili amnesie del nostro Ignazio Abate in questa doppia sfida. Derby d’andata: liscio clamoroso che mette il Principe solo davanti al portiere. 0-1, Milan incapace di reagire, stracittadina ai cugini. Derby di ritorno: Milan in vantaggio 1-2, Inter quasi in ginocchio da un punto di vista fisico e psicologico. Fine? Nient’affatto, arriva una nuova puntata della telenovela tra il nostro terzino e l’attaccante argentino. Trattenuta plateale in area, calcio di rigore: 2-2 realizzato da Milito stesso. Cugini di nuovo in partita, 4-2 il risultato finale.

Nessuno si permetterebbe mai di attribuire le colpe di quest’annata sbagliata ad Abate o ai singoli episodi che l’hanno visto protagonista in negativo nel derby, però una riflessione va davvero fatta. Perchè certe partite vanno gestite prima di tutto dal punto di vista mentale. Perchè certi attaccanti non ti perdonano una virgola. Perchè a volte, piuttosto che agire d’impulso, è preferibile ragionare una frazione di secondo in più. E i cugini, magari, non raccolgono più il bottino pieno nei derby.

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