Les jeux sont faits, anzi no!

Ci credevano davvero in pochi, forse più nessuno. Sembrava davvero finita soprattutto quando, al gol di Muntari si è aggiunta la notizia del vantaggio, a Torino, di Marchisio. Agli juventini restava da vincere una partita delle due disponibili, passando a Trieste con il Cagliari addirittura una vittoria rossonera nel derby non sarebbe valsa a nulla. Terza stella o meno? Questa era la preoccupazione più grande, questa la testimonianza che, probabilmente, i piemontesi hanno staccato la spina un paio di giornate prima del consentito.

La papera di Buffon e il gol di Bertolacci ieri sera hanno ridato speranza in un ambiente che ha sempre sostenuto l’importanza di non perdere terreno, di rimanere attaccati alla capo classifica e sperare. “A San Siro nell’ultimo quarto d’ora sembrava fossimo a teatro, in attesa del finale di un’opera” ha ammesso Allegri utilizzando una metafora davvero esplicativa. Ora però, per completare il lavoro e mettere ancora di più il fiato sul collo a Conte e compagnia, ritorna fondamentale dare il colpo del ko – non ce ne vogliano i cugini – alla volata Champions interista.

Ottenendo bottino pieno domenica sera, anche in caso di vittoria della Juventus con il Cagliari, decisiva sarà l’ultima giornata che vedrà impegnato il Milan con il Novara e la Juventus con l’Atalanta. Una volata da brividi con uno scudetto, possiamo dirlo, in bilico tra Milano e Torino. Ora sognare è non solo lecito, ma anche doveroso. Un 5 maggio di marca bianconera, dopo una stagione piena di gol visti e non visti, tensioni e infortuni, sarebbe davvero “tanta roba”.

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