“Su quello di Muntari in Milan-Juventus c’è poco da discutere, l’abbiamo visto tutti, io ero allo stadio, è stato un errore anche grossolano e la prima cosa che abbiamo fatto è studiare come sia potuto accadere – ha spiegato il Presidente Aia -. È come quando un portiere sbaglia un intervento, un attaccante un gol, o una zolla diventa decisiva”. Poi il discorso si sposta sui fatti del Massimino e il tenore della dichiarazione cambia: “L’episodio di Catania, invece, è diverso. Il gol di Robinho non c’era, nessuno può dimostrare che era gol. Si parla di una cosa che non esiste, la palla non era entrata, lo sostengo con forza, quello non era gol”. La dichiarazione sembra dare un colpo al cerchio (“nessuno può dimostrare che era gol”) e uno alla botte (“la palla non era entrata”). Delle due, l’una.
Un capitolo più generale della riflessione, invece, riguarda il rapporto tra le società e la classe arbitrale. “Le critiche vanno accettate perché danno la forza per continuare a lavorare e migliorarci – ha sottolineato il responsabile della categoria – è umano che una società che come noi lavora per raggiungere il massimo possa avere un momento di amarezza, ma se c’è educazione nelle critiche non c’è nulla da eccepire”. Ergo: criticateci, ma con moderazione.
This post was last modified on 3 Aprile 2012 - 18:10