L’Urby Emanuelson intervistato in esclusiva dal canale YouTube di Dolce&Gabbanna, sponsor del Milan, è una versione che non abbiamo ancora potuto conoscere. Timido e spesso impacciato in campo, difronte alle telecamere si lascia andare e parla della sua storia: “Se non fossi diventato un giocatore che carriera avresti fatto? E’ una domanda che mi viene fatta spesso e, tutt’ora, non so cosa rispondere. Quando ero piccolo, mio padre giocava a calcio e mio fratello anche e fin d’allora. Il mio obiettivo era quello di diventare un calciatore professionista“.
“Mia madre mi ha reso la persona che sono perché mi ha insegnato a stare al mondo e le devo molto”, prosegue l’olandese che in questa stagione, con 29 presenze in campionato, è l’unico a non aver ancora saltato una gara per infortuni. “Non ho mai fatto cose particolarmente pericolose nella mia vita. Quando sei un giocatore di calcio non puoi pensare di fare cose folli perché il tuo corpo è il tuo strumento di lavoro e il Milan, nei contratti, ti pone delle clausole dove ti vietano di intraprendere degli sport che possono essere pericolosi per la tua salute. Facendo determinate discipline corri il rischio d’infortunarti e ci sarebbero dei problemi seri in tal caso”.
Twitter? “Uso molto Twitter e molti miei colleghi mi prendono in giro per questo”. Criticato da molti per l’interpretazione del ruolo del trequartista, Emanuelson infine risponde così: “Il mio stile di gioco è una combinazione di tecnica e velocità e credo che per la gente sia bello vedere questo stile”.
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