Ci sono tre giocatori che più di ogni altro hanno fatto le fortune del Milan versione 2011/2012: Thiago Silva, Antonio Nocerino e Zlatan Ibrahimovic. Essi hanno saputo garantire affidabilità e grande continuità di rendimento, dando un contributo fondamentale rispettivamente a difesa, centrocampo e attacco. Nel pesante 3-0 subito dal Milan martedì sera all’Emirates Stadium contro l’Arsenal, che per un soffio non è costato l’eliminazione alla truppa di Max Allegri, lo scheletro fondante della squadra ha però vacillato pericolosamente.
Thiago, Noce ed Ibra, così come la maggior parte dei loro compagni, sono stati sopraffatti dalla grande grinta e dalle qualità tecniche degli indemoniati avversari, offrendo prestazioni al di sotto della sufficienza.
Il difensore centrale brasiliano ha soprattutto sulla coscienza il raddoppio dei Gunners. Un rinvio maldestro e non da lui si è trasformato infatti in un passaggio all’interno dell’area piccola per Tomas Rosicky che, sorpreso da tanta gentilezza, ha ribadito in rete. Anche Nocerino ha disputato una gara incolore e certamente al di sotto dei suoi standard. Pessimo il suo lavoro sia in fase di interdizione che in quella di impostazione, incredibile il gol divorato nel finale. Ibra, nonostante abbia fatto meglio degli altri due, è sembrato il lontano parente di quello visto pochi giorni prima a Palermo.
Di sicuro lo svedese aveva diverse attenuanti, dato che il match era preventivabile si sarebbe giocato per lunghi tratti nella metà campo rossonera. D’altra parte nel secondo tempo il baricentro del Milan si è alzato e Zlatan è risultato troppo impreciso e poco incisivo, facendosi trovare spesso in posizione irregolare. Così facendo ha dato ulteriori argomenti a chi lo accusa di scomparire nelle gare europee che contano.
Concludendo la sensazione è che la brutta prova offerta dalla squadra e, in particolare, dai Ibra, Noce e Thiago, sia solamente un episodio destinato ad essere rapidamente archiviato e superato. Quella di martedì è stata una partita particolare, più unica che rara, giocata contro un avversario che, non avendo nulla da perdere, ha tentato la gara della vita imponendo ritmi elevatissimi fin dal primo minuto, facendo saltare tutti gli schemi. Domenica arriverà a San Siro il Lecce e per i tre potrà essere l’occasione giusta per il riscatto e per dimostrare che è stato solo un caso.