Siamo reduci dalla pesante, e per fortuna inutile, sconfitta contro l’Arsenal. Una prestazione così deludente, dopo lo splendido 4-0 dell’andata a San Siro, era davvero inimmaginabile. Cosa non ha funzionato martedì sera? Allegri ha escluso l’ipotesi di un approccio sbagliato alla partita…
“Io credo, invece, che la sbagliata preparazione della partita sia stata la causa di tutto. Non è stato solamente un problema di formazione perché quegli 11 erano quelli a disposizione, e quegli 11 andavano fatti giocare. Quando, però, regali un calcio d’angolo, quando regali un rinvio all’avversario, quando non fai cinque passaggi giusti di fila e non crei nemmeno una palla gol nel primo tempo, è chiaro che tutta la squadra ha la spina staccata. Questo è dovuto ad una sbagliata preparazione alla partita che è suffragata nei fatti. La consuetudine di non fare allenamento allo stadio dove si gioca il giorno dopo la trovo deleteria: il Milan di Ancelotti, di Capello, di Sacchi che hanno vinto fior di Coppe dei Campioni l’hanno sempre fatto. Il sopralluogo nello stadio, il giorno prima, aiuta gli esordienti a sognare, quelli meno esperti a caricarsi, e i senatori a ricordarsi che giocheranno in uno stadio di grandissimo prestigio, con un pubblico che si aspetta un’impresa, contro una squadra che non dà tregua. La mattina, poi, ci sono stati atteggiamenti “strani” da parte di qualcuno che era in ritardo allo stretching, qualcun’altro che si è arrabbiato…Ci sono stati dei segnali evidenti che la preparazione della partita nel dettaglio non è stata quella corretta. La decisione di portare due portieri in panchina ha coronato la sensazione di una scampagnata, è stata una decisione superficiale e poco accettabile. Ciò che è vero è che c’era una carenza di giocatori, ma quando vinci una partita 4-0 all’andata il ritorno lo devi preparare con molta attenzione. Il Milan, tra l’altro, fa molta fatica a vincere in trasferta in Coppa, neanche contro squadre modestissime: lo Zurigo, il Bate Borisov, il Viktoria Plzen…Evidentemente qualche problema di “pavoneggiamento” contro le squadre più piccole c’è”.
Più che l’inesperienza di alcuni giocatori a quanto pare è contata l’inesperienza di Allegri…
“Certamente! Non è un alibi l’inesperienza, ma è la spiegazione a tutto. Allegri ha fatto solo una dozzina di partite in Champions League e qualche cosa va ancora assettata. Il risultato mi ha sorpreso perché il Milan aveva alle spalle alcune esperienze, ad esempio quella di Liverpool o quella di La Coruna che dovrebbero fare giurispudenza. Bisogna sempre tenere l’attenzione alta, non si puo’ entrare in campo come ha fatto il Milan a Londra”.
Tema caldo di questi giorni è stato lo scontro Ibrahimovic-Allegri, scaturito da alcune dichiarazioni dello svedese che ha accusato il Mister di aver sbagliato formazione e modulo. C’è stato il chiarimento tanto atteso?
“Si, il chiarimento c’è stato. Io penso che Ibrahimovic abbia fatto bene. Tutti i leader di questi anni come Gattuso, Maldini, Costacurta, Ambrosini, Seedorf, quando c’è stato da fare qualche rimprovero alla squadra l’hanno fatto pubblicamente. Quando invece si parla di questioni tecnico-tattiche, allora forse è meglio tenerle nello spogliatoio. Ibrahimovic mi ha stupito perché sapeva che gli uomini erano contati, Allegri per cambiare formazione avrebbe dovuto mettere dei giocatori fuori ruolo e non avrebbe avuto senso. Trovo, quindi, giusto che lui dica pubblicamente che la sconfitta è stata inaccettabile, perché il Milan dev’essere più solido e compatto; non trovo, invece, giusto che metta in piazza questioni tecnico-tattiche. Allegri sa bene che lo spogliatoio del Milan è fatto di grandi personalità, di personaggi di grande spessore, e a volte ognuno fa l’ufficio stampa di sé stesso. Deve imparare giorno per giorno a gestire anche queste situazioni”.
Capitolo Pato: il brasiliano è nuovamente infortunato. Il Milan, tuttavia, attraverso le parole del Presidente Berlusconi, ha confermato di non voler cedere il giocatore e di voler andare a fondo sulla questione infortuni. Qual è la situazione e quale sarà il futuro di Pato?
“Da una parte c’è il fatto che Pato ha 22 anni, abbiamo visto tutti il suo straordinario talento e le sue grandi possibilità di crescita e di consacrazione definitiva a livello nazionale e internazionale. Crogiolarsi del fatto di aver fatto un gol ogni due partite non l’ha aiutato, e tra l’altro questa stagione ha completamente stravolto la statistica. I grandi come Ibrahimovic, Messi, Ronaldo, segnano almeno un gol a partita. Ad un certo punto della propria carriera bisogna crescere, Pato dovrebbe fare un accuratissimo esame di coscienza, perché in discussione più che il suo futuro al Milan c’è il suo futuro e basta. Non so se andare via dal Milan lo potrà aiutare, è lui che deve aiutare sé stesso, sia rimanendo che andando via. Ho l’impressione che l’ambiente rossonero sia un po’ saturo di questo Pato. E’ vero che gli infortuni ci sono, e sono un problema, ma il problema principale di Pato è caratteriale: è sempre distaccato da quella che è la tensione di un club come il Milan, di quella di certe partite e di certi momenti. E’ una questione di maturità che tarda ad arrivare. Per qualche tempo si è parlato anche di Pato Pallone d’Oro, ma in questo momento credo che lui non rientri nemmeno nei 50 più forti al mondo, me ne vengono in mente di getto almeno 20 più bravi di Pato. Due anni fa, invece, lo vedevo tra i primi cinque, sei al mondo”.
Passiamo al mercato: in questi giorni si è parlato tanto del possibile rinnovo di Van Bommel, tra i migliori in campo a Londra, delle ipotesi Pedro e Mascherano, gli scontenti del Barça, e del sogno Van Persie. Cosa c’è di vero e quali saranno i futuri obiettivi del Milan?
“Di vero c’è che il Milan avrà sicuramente bisogno di qualche top player, almeno due, perché a giugno ci sono delle scadenze gravi e importanti, come quelle di Nesta, Ambrosini, Seedorf, Inzaghi…Il Milan può anche comprare dei buoni giocatori, come ha fatto in questi due anni, ma trovare gente che abbia la caratura, il carisma, la capacità di fare spogliatoio come i giocatori che ho citato non sarà così facile. Una delle ragioni del tracollo del primo tempo di Londra è che, tolto Ibrahimovic, non c’erano i senatori, quelli che al rientro nello spogliatoio dopo 45 minuti così brutti parlano loro prima dell’allenatore, dicendo una o due frasi in grado di scuotere la squadra. Neanche Thiago Silva ha questa leadership, e lo si vede quando gioca nel Brasile. Ci sono, quindi, degli interessamenti per Mascherano, assistito tra l’altro dallo stesso manager di Tevez, Keita invece è già stato preso, c’è ancora un interesse per Tevez anche se l’occasione d’oro c’è stata a dicembre, non so se a giugno il Milan si ributterà su di lui con la stessa veemenza. Van Persie mi piace, ma non mi fa impazzire, Tevez è sicuramente più forte”.
Quanto sarà importante, a questo punto, il rientro di Rino Gattuso?
“Sarà importante soprattutto per le ragioni che dicevo prima: non sarà più il Gattuso che accompagna la squadra e si siede in tribuna vicino a Galliani, ma sarà il Gattuso che va dentro lo spogliatoio con la squadra. Non parlo solo della grinta del giocatore, ma proprio dell’atteggiamento che ha durante gli allenamenti, della sua concentrazione, della preparazione ad una partita come quella di Londra. Mi auguro, poi, che possa essere importante anche tecnicamente, non so quale sarà la condizione fisica, ha lavorato molto ma sicuramente la sua autonomia sarà un po’ limitata”.
Marzo sarà un mese importante: il 16 scopriremo la nostra avversaria ai quarti di Champions League, in campionato invece dovremo consolidare il primato in classifica. Come affronterà il Milan questa fase della stagione e la competizione con la Juventus?
“Tutto il discorso ruota attorno ai recuperi che il Milan avrà in queste settimane, sperando parallelamente di non perdere più nessuno. Questa sarà la condizione per poter andare avanti nella stagione in maniera competitiva. In Champions League è bello che siano arrivate ai quarti squadre come L’Apoel e il Benfica, e ora anche il Basilea ha la possibilità di passare. Questo potrà anche essere un vantaggio per il Milan, che non è assolutamente una squadra di prima fascia e potrebbe comunque ottenere un risultato di grande prestigio proprio per la presenza di queste avversarie. In campionato, invece, il Milan resta la squadra favorita, sono decisamente più ottimista. Il Milan ha regalato due mesi al campionato, settembre e febbraio, eppure è avanti di due punti. Se recupera gli infortuni e tiene questo passo, il campionato lo vincerà con un distacco importante”.
This post was last modified on 9 Settembre 2018 - 16:19