E qual’è una delle caratteristiche fondamentali del buon vino? Beh, l’invecchiamento no? Ecco Ibra è come il buon vino, più “invecchia” più diventa cinico, spietato, decisivo, gustoso. Arrivato ai trent’anni lo svedese ha raggiunto una maturità calcistica invidiabile, vede la porta come pochissimi, sa sacrificarsi per la squadra, riesce anche a calarsi nel ruolo di trequartista regalando assist ai compagni.
Non è un vino commerciale, è una bottiglia che fa discutere, sempre e comunque. Anche la concorrenza sa che è un vino che o lo butti giù con la critica o non lo fermi, per intenditori. Per questo, spesso, non viene capito. Il suo sapore è deciso e particolare, e, c’è da dirlo, alle volte ha delle punte di sapore che “stuccano” un po’ quando escono dal loro ruolo e fanno perdere il senno. Può piacere o no, ma sicuramente è un’etichetta che chiunque vorrebbe nella sua cantina, lo sa bene Conte, Salentino d.o.c., che rinuncerebbe volentieri a qualche rosato delle sue terre pur di avere un po’ di Ibra in campo, pardon, in cantina.
E’ l’annata migliore di Ibra, un prodotto che vende sempre più dell’anno precedente. Rispetto al primo anno sul “mercato/campo” rossonero Zlatan ha marcato il cartellino molto di più, senza mai peggiorare. Anzi, ha fatto meglio. A marzo, ad esempio, l’anno scorso il campione svedese aveva lasciato le reti inviolate. Quest’anno, e siamo ancora a metà mese, ha già segnato 4 gol.
Come il buon vino Ibra più “invecchia” più diventa gustoso, tuttavia lo sappiamo bene, quando si apre una bottiglia bisogna far riposare il nettare, e allora facciamolo riposare l’Ibra-vino, lasciamolo nel suo decanter, imbandiamo il banchetto con tutto ciò che di meglio abbiamo, poniamolo al centro del tavolo, decantiamolo ai commensali, siano essi connazionali o stranieri, magari scopriremo un sapore sempre migliore che ci stupirà.
This post was last modified on 14 Marzo 2012 - 11:07